Ezio Bosso, quell’importante messaggio di musica e speranza

Il talento e la forza d'animo sull'unico binario della passione. Il ricordo del maestro Filippo Arlia: "Un grandissimo musicista, sia come compositore che come esecutore"

E’ stato unanime il cordoglio per il maestro Ezio Bosso, scomparso in un momento storico in cui il nostro Paese, come tanti altri, affronta una delle sue sfide più difficili. Ma è forse proprio in questo momento che il messaggio lasciato dal musicista torinese riesce a trasmettere quello che lui non aveva mai perso. La speranza di poter vivere, di poter suonare la sua musica, di riuscire a farlo insieme, come ripeteva spesso. Perché la musica, in fondo, è un po’ come la vita: ad andare avanti da soli si rischia di essere infelici, è la condivisione che anima davvero i nostri sogni e i nostri desideri. E, in qualche modo, anche le nostre aspirazioni. Ezio Bosso il suo messaggio lo aveva già trasmesso: un uomo più forte del suo male, un musicista in grado di comporre e addirittura dirigere nonostante le sue difficoltà, con un sorriso contagioso e una serena consapevolezza, tale da rendere egli stesso un incoraggiamento per gli altri.

La musica e la vita

“Da parecchi anni sapeva di avere questa problematica che avrebbe avuto questo tragico epilogo – ha ricordato il maestro Filippo Arlia, fondatore dell’Orchestra Filarmonica della Calabria e fra i più noti direttori d’orchestra a livello internazionale -, eppure non si è mai lasciato andare. Questo gli è stato possibile grazie alla sua forza personale”. Ma Ezio Bosso non è stato solo portatore di un bel messaggio: nella sua musica emerge la raffinatezza di un artista che, forse, il pubblico italiano ha scoperto troppo tardi. La sensibilità propria di chi la musica la sente, la attraversa e ne fa parte stessa della propria vita: “La musica dimostra di essere un’arte che può dare questa possibilità, a differenza di altri talenti che possono essere condizionati da una disabilità fisica. Ecco, la musica non è fisico ma è mente. E fino a quando la mente resta viva, è possibile fare musica. Lui c’è riuscito e ha dato al mondo un bel messaggio di speranza. Ci siamo conosciuti brevemente, in un festival bellissimo, ad Acireale, sul mare. Ricordo una grande persona oltre che un grande musicista. E penso sia giusto ricordarlo in tutti e due questi aspetti”.

Il maestro Filippo Arlia

Il mistero dell’arte

Dagli esordi jazz, Bosso riuscì a spaziare fino alla musica classica, senza mai perdere nulla della propria identità artistica: “Credo che il suo messaggio si celasse sì con la musica che ha scritto come compositore ma non solo… Ezio Bosso è stato anche un grande esecutore della musica di altri, di opere che vanno da Bach ad altri grandi compositori. E anche da esecutore ha lasciato un segno, riuscendo a far breccia nella famosa quarta parete. Il pubblico, che ha ricevuto quelle emozioni, ricorderà questo musicista come un eccellente esecutore”. E come una persona che, nonostante le proprie difficoltà, ha saputo convogliare il proprio talento e la propria forza d’animo su un unico binario riuscendo, bacchetta alla mano, ad armonizzare un’orchestra intera: “Questi sono i misteri dell’arte e del talento… Ricordo la vicenda di un grandissimo musicista come Michel Petrucciani, uno dei più grandi nella storia del jazz, che nonostante la sua evidente disabilità (era affetto da osteogenesi imperfetta, ndr), è rimasto nella storia. La musica ci dà questa possibilità, perché riesce ad andare oltre quell’apparenza scientifica che invece la legge fisica dovrebbe imporre. Come diceva Einstein: ‘In relazione al peso del suo corpo e alla dimensione delle sue ali, il calabrone non dovrebbe volare. Ma lui non lo sa e vola lo stesso'”.