Inter, dal sogno all’incubo: l’Europa League è del Siviglia

Ai nerazzurri non bastano Lukaku e Godin: gli andalusi festeggiano con la doppietta di De Jong e l'autorete del belga. E' la sesta vittoria su sei finali

Chi vince scrive la Storia e il Siviglia continua a scriverla. Batte l’Inter a Colonia e conquista la sesta Europa League della sua storia. Quasi un abbonamento. L’Inter ci ha provato. Lukaku l’ha illusa portandola subito in vantaggio, poi l’uno-due di De Jong a ribaltarla, prima del pari di Godin. Nella ripresa Carlos su decisiva deviazione di Lukaku, regala il 3-2 al Siviglia che vince e conquista il trofeo.

Siviglia e Inter

Conte conferma gli stessi uomini che hanno dominato lo Shakhtar. Nel 3-5-2 del salentino, la coppia che non scoppia, ovvero Lautaro Martinez-Lukaku davanti, supportati da un centrocampo foltissimo, con D’Ambrosio e Young sugli esterni, le geometrie di Brozovic in mezzo, supportato da Barella e Gagliardini, mentre dietro De Vrij e Bastoni a copertura di Handanovic. Un solo cambio nel Siviglia, con Lopetegui che opta per de Jong in prima linea, Ocampos c’è: 4-3-3 per il tecnico andaluso. Bono tra i pali, quindi Navas e Reguillon esterni di difesa, Koundè e Diego Carlos centrali. In mezzo la qualità di Banega supportato da Fernando e Jordan, davanti, accanto a De Jong, ci sono Suso e Ocampos.

Partita accesa

E’ una finale degna, sul piano del gioco, della qualità, dell’agonismo. Ritmo alto. Siviglia e Inter si temono e concedono poco. Banega si prende i suoi sulle spalle, Reguilon guizza meno rispetto al solito per paura di lasciare scoperta la propria fascia. Ocampos non è al meglio ma ha tanta qualità da vendere. Suso vede nerazzurro e prova a rivivere i tempi del derby di San Siro. E poi De Jong, semplicemente implacabile. Nell’Inter qualche smagliatura dietro, Young non brilla, D’Ambrosio prova a fare il suo. Brozovic detta i tempi, Barella è troppo nervoso ma c’è. Davanti non sprinta come suo solito il Toro Martinez, lo fa invece Lukaku che parte sempre da dietro ed è immarcabile.

Il ballo delle punte

Due a due all’intervallo, dopo 45′ di alto calcio. Partono entrambe fortissimo ma l’acuto è dell’Inter che dopo 4′ guadagna un calcio di rigore. Lukaku va via a Diego Carlos che non trova di meglio che aggrapparsi alla sua maglia e stenderlo. Rigore netto che lo stesso attaccante belga trasforma di giustezza. E’ il 34esimo gol stagionale per Lukaku, una autentica forza della natura. L’Inter continua a spingere sospinta da un Conte indiavolato, ma d’improvviso arriva il pari andaluso. Balbetta la retroguardia nerazzurra tanto da permettere a De Jong di raccogliere in tuffo il centro di Navas e fare pari. Male anzi, malissimo, la difesa di Conte, da Young che si è perso Navas, ai due centrali, poco reattivi.

Botta e risposta

Partita accesissima, si gioca su sottili fili di equilibrio e di nervosismo, tanto. Conte prende il giallo per proteste dopo un mani in area sivigliana su cross di Barella. Il tecnico chiama il rigore, l’arbitro dice no e per poco Conte e Banega, l’ex di turno, non vengono alle mani. Il Siviglia è tutto nei piedi di Banega che illumina, regala assist ai compagni e quando si mette in proprio fa venire qualche brivido alla retroguardia nerazzurra. Il raddoppio del Siviglia porta ancora la firma di De Jong: stacco imperioso sul piazzato di Banega, Gagliardini neppure prova a saltare. L’Inter accusa il colpo ma non molla e il pari arriva a stretto giro. Ancora da palla inattiva: perfetta la pennellata di Brozovic in area dove svetta la testa del Faraone Godin che la piazza: 2-2, ma che partita, a tratti anche cattiva, ma in una finale ci sta tutto. 

Lukaku beffa Handanovic

I ritmi si abbassano nella ripresa, con il Siviglia che gioca più compatto, tiene più la palla, l’Inter aspetta e riparte. Gagliardini sbaglia un rigore in movimento, poi Suso e Reguillon fanno salire un brivido sulla schiena di Handanovic. Inter che non fa una piega e concede poco o nulla. I ritmi delle due squadre si abbassano, con Siviglia e Inter che si guardano negli occhi cercando di capire il momento buono per colpire. Lukaku se ne va tutto solo, miracolo di Bono che gli chiude lo specchio della porta. Partita bloccata, errori non sono ammessi, ogni palla ha un valore inestimabile. Ocampos ha speso tutto quello che aveva e Lopetegui lo richiama per far posto a Munir. Diego Carlos ha qualcosa da farsi perdonare, il rigore iniziale su Lukaku e allora decide di mettere il suo nome, stavolta in maniera positiva, sul tabellino del match. Altra punizione di Banega, Carlos fa la cosa più difficile con una rovesciata che trova la deviazione di Lukaku e si infila alle spalle di Handanovic. Sarebbe finita fuori: 3-2 Siviglia che sembra averne di più sul piano atletico.

Arrembaggio vano

Conte cambia tutto: dentro Moses, Sanchez ed Eriksen, fuori D’Ambrosio, Lautaro e Gagliardini quando alla fine ne mancano dodici più recupero. Sanchez ha subito la palla del pari, ma Koundè salva miracolosamente sulla linea, ma era in offside. Doppio cambio anche per il Siviglia: fuori De Jong e Diego Carlos, dentro En-Nesyri e Gudelj allo scopo di perdere tempo. I minuti passano, con l’Inter che spinge ventre a terra con la forza della disperazione. Dentro Candreva per Godin allo scoccare del recupero di sei minuti. Bono salva su Candreva, ma nell’Inter c’è poca lucidità, mentre il Siviglia tiene lontano il pallone dalla propria area. Secondi che passano inesorabili fino al triplice fischio che consacra il Siviglia, alla sesta Europa League in bacheca. L’Inter si arrende ad una squadra meglio organizzata, ma è da qui che i nerazzurri debbono ricominciare.