Economie europee in crisi, Lagarde: “La Bce va avanti”

Crollano le produzioni industriali di Germania e Francia, mentre Lagarde ribadisce: "La Bce continuerà a fare tutto il necessario"

Continua a tenere banco la questione Quantitative easing, dopo la sentenza della Corte costituzionale di Karlsruhe che ha frenato, in parte, l’onda lunga del provvedimento adottato dalla Banca centrale europea. La quale, a ogni modo, non sembra poi così intenzionata a retrocedere, nonostante i tre mesi di tempo concessi dai giudici tedeschi per chiarire la natura della misura relativa all’acquisto dei Bond: “Siamo un’istituzione europea con competenze sull’Eurozona – ha detto la presidente della Bce, Christine Lagarde -. Rendiamo conto al Parlamento europeo e ricadiamo sotto la giurisdizione della Corte di giustizia europea”. Il che, in sostanza, significa che da Francoforte vanno avanti per la propria strada: “Continueremo a fare tutto ciò che è necessario per soddisfare il nostro mandato. E proseguiremo così”.

Misure in campo

Lagarde ha chiarito come le misure della Bce, quella attuate, quelle proposte e quelle che verranno, saranno “calibrate e proporzionali rispetto alle circostanze, che sono eccezionali”, al fine di “garantire la trasmissione della sua politica monetaria all’intera zona dell’euro”. Il tutto, naturalmente, pensato nell’ottica di un contraccolpo che, per l’economia europea, rischia di essere una vera e propria mazzata. Una visione confermata anche dalle stime della Commissione Ue, che rilascia proiezioni decisamente scoraggianti per la produzione industriale di Paesi come la Germania (ai minimi dal 1991 nel mese di marzo) e la Francia (crollata oltre il 16%). Anche per la Gran Bretagna il quadro non è propriamente roseo, vista la proiezione della Bank of England, che parla di una riduzione del Pil addirittura del 14% per l’anno in corso. Stima che arriva in contemporanea alal decisione della Boe di  mantenere i tassi di interesse allo 0,1%, mentre per il 2021 si stima un rimbalzo dell’economia britannica a +15%.

Più preoccupante il crollo della produzione industriale tedesca, scesa del 9,2% nel mese di marzo, peggior risultato da quasi trent’anni. Non va meglio in Spagna, dove è stato registrato un incremento di oltre 280 mila disoccupati in più ad aprile, per un totale di 282.891. Calo drastico nel settore turistico dove, a ogni modo, l’indice risale leggermente dopo i 300 mila disoccupati raggiunti a marzo.