Disordini a New York, Trump attacca Cuomo

Il presidente critico contro il governatore dello Stato: "New York ha perso contro i saccheggiatori"

E’ ormai quasi fuori controllo la protesta che sta attraversando gli Stati Uniti. Da Minneapolis, il dissenso e l’indignazione per la morte di George Floyd hanno travalicato i confini del Minnesota, trasferendosi a New York, Washington, Chicago e altre grandi città americane, dove i manifestanti hanno letteralmente messo a ferro e fuoco alcuni quartieri, adoperandosi in alcuni a casi a veri e propri saccheggi. Un’escalation che sta incontrando le prime critiche, anche autorevoli, fra personaggi della cultura, dello sport (fra le quali due istituzioni dell’Nba come Michael Jordan e Dennis Rodman) e della politica i quali, se d’accordo in linea di massima con la protesta, non hanno approvato le violenze degli ultimi giorni. Il presidente Trump ha già minacciato l’impiego dell’esercito per contenere le escandescenze dei dimostranti, riscuotendo però diverse critiche per quanto visto nella giornata di ieri quando, dopo aver fatto allontanare i manifestanti dalla Casa Bianca, ha esposto una Bibbia davanti alla St. John Episcopal Church.

La critica della Chiesa

Un gesto che non ha riscosso grande successo nella Chiesa americana, critica nei confronti del presidente e della sua scelta di impugnare la Bibbia poco dopo la dispersione dei manifestanti, tutto sommato pacifici, dalla Casa Bianca con gas lacrimogeni. E anche l’utilizzo del testo sacro per rafforzare la propria presa di posizione contro le proteste ha sollevato l’indignazione della Chiesa americana, in primis del vescovo di Washington Mariann Edgar Budde, per 18 anni a Minneapolis: “Non appoggiamo in nessuna maniera la risposta incendiaria del presidente a una nazione che è stata ferita ed è in lutto nel rispetto dei valori del nostro Salvatore che ha vissuto una vita di non violenza e di amore per il prossimo ci uniamo a quelli che chiedono giustizia per la morte di George Floyd”.

Crisi a New York: Trump contro Cuomo

Nel frattempo, lo scontro si è spostato sul piano della politica. Un attrito che, in particolar modo, ha visto protagonisti il presidente Trump e il governatore dello Stato di New York, Andrew Cuomo, accusato dal Tycoon di essere il responsabile di quanto accaduto nella Grande Mela, paragonandolo a un personaggio del romanzo Il Padrino: “Il governatore ha rifiutato la Guardia nazionale e la città di New York è stata fatta a pezzi. Allo stesso tempo i rating di Fredo calano del 50%”. Altrettanto lapidario il tweet che il presidente aveva indirizzato al fratello del governatore, Chris, giornalista della Cnn: “Ieri è stata una giornata negativa per i fratelli Cuomo. New York ha perso di fronte ai saccheggiatori, alla sinistra radicale e a tutte le altre forme di feccia”.