Il decreto milleproroghe passa al Senato

A Palazzo Madama i voti favorevoli sono stati 88, i contrari 63 e infine tre astenuti. Il provvedimento ora alla Camera dei deputati

Senato Manovra

Via libera dell’Aula del Senato al decreto milleproroghe. I sì sono stati 88, i no 63 e 3 gli astenuti. Il provvedimento ora passa alla Camera e va convertito entro il 27 febbraio.

Il voto

Primo via libera fra le polemiche al decreto milleproroghe. Il Senato approva il provvedimento al termine di una giornata ad alta tensione che vede anche andare in scena uno scontro tra governo e maggioranza sulla questione della proroga delle gare per i balneari, in tutte le sue declinazioni. Un nervo scoperto diventato nuovamente sensibile – si racconta in ambienti parlamentari – dopo un discreto warning del Colle sui possibili rischi di un intervento sanzionatorio di Bruxelles per come sarebbe stata formulata nel suo complesso la norma in questione. Il punto – si sottolinea nei medesimi ambienti – non riguarderebbe la proroga secca di un anno ma tutte le norme che le fanno da corollario, tra cui quelle che consentirebbero, a determinate condizioni, ulteriori rinvii delle gare, fino al 2025. Sarebbe stato dunque questo il nodo su cui hanno questionato il governo e la sua maggioranza che comunque ha tirato dritto, consegnando alla Camera il testo senza modifiche. Eppure, a metà della seduta a Palazzo Madama, poco prima che l’emendamento delle opposizioni soppressivo delle nuove misure sui balneari venisse posto in votazione, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani aveva chiesto una sospensione dei lavori “per verificare la natura di alcuni emendamenti depositati ed eventualmente presentarne un altro”, faceva sapere il presidente Ignazio La Russa. Le opposizioni segnalavano un possibile problema sui balneari legato a valutazioni della Ragioneria che in serata, però, smentisce dubbi di copertura sul provvedimento. La maggioranza si riunisce per fare il punto e, secondo quanto riferito, Forza Italia e Lega, i partiti che da subito si sono battuti sul tema della proroga della messa a bando, non cedono sulla misura. A quel punto, anche per rispetto della sovranità parlamentare, si decide di procedere senza modifiche sulla norma che, visti i tempi strettissimi, non potrà, quasi certamente, essere modificata nemmeno a Montecitorio. Le opposizioni vanno all’attacco chiedendo, unite, che “il governo riferisca” parlando di una “grave lacuna in termini di trasparenza” e inoltre chiedendo di poter acquisire un parere tecnico della Ragioneria sul punto. Festeggiano intanto gli imprenditori del settore che in una nota ringraziano, in particolare, i senatori Gasparri e Centinaio per aver portato avanti temi che “Assobalneari Italia continua a sostenere convintamente e senza mai cambiare idea”. Non è detto, in ogni caso, che la partita si chiuda qui vista anche l’attesa pronuncia della Corte di giustizia Europea alla quale si è rivolto, tra gli altri, il Tar di Lecce sulla vicenda. Al di là del pesante nodo dei balneari, comunque, anche dall’opposizione durante le dichiarazioni di voto finali arriva l’apprezzamento in generale sull’atteggiamento di rispetto tenuto dal governo sul provvedimento. Tutto questo anche grazie alla scelta di non porre la questione di fiducia. Scelta che, però, non potrà essere ripetuta alla Camera dove, per i tempi ristretti (il decreto va convertito entro il 27 febbraio), è stata già preannunciata la possibilità che venga posta. Nel frattempo, come annunciato, esce dal provvedimento, con l’approvazione, quasi all’unanimità, dello stralcio proposto dal governo, la proroga dei contratti dei diritti tv in essere sugli eventi sportivi. La misura, entrata nel provvedimento con un emendamento a prima firma del senatore azzurro, Claudio Lotito, è stata espunta anche a fronte di rilievi fatti pervenire informalmente dal Colle. Ma questa, rispetto alla vicenda delle concessioni balneari, è davvero un’altra partita.

Fonte Ansa