Crisi ucraina, Mosca: eliminati due gruppi di sabotatori ucraini

Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov incontrerà giovedì il segretario di Stato americano Anthony Blinken a Ginevra

Russia

La Russia ha eliminato due gruppi di “sabotatori” e ha fatto prigioniero un soldato ucraino, rendono noto i servizi di sicurezza russi. Due soldati ucraini sono rimasti uccisi e quattro feriti in bombardamenti separatisti, riferisce la polizia ucraina Il processo di pace nel conflitto in Ucraina non ha “alcuna prospettiva” al momento, ha detto il presidente russo Vladimir Putin. Intanto il ministro degli esteri russo Serghei Lavrov ha annunciato che giovedì a Ginevra incontrerà il segretario di Stato americano Antony Blinken.

Gli scontri

Le fonti militari russe, citate dall’agenzia Interfax, hanno detto che due veicoli della fanteria ucraina sono entrati in territorio russo per evacuare il gruppo di sabotatori durante scontri armati e, secondo quanto riportato dall’agenzia Ria Novosti, sono stati distrutti. Cinque “membri di un gruppo di sabotatori” ucraini che avevano violato il confine con la Russia sono stati “eliminati”. Lo afferma il distretto militare meridionale citato dalla Tass, mentre nessun militare russo sarebbe rimasto ferito nello scontro a fuoco.

Il riconoscimento dei separatisti

Tutte le istituzioni russe si stanno esprimendo a favore del riconoscimento delle autoproclamate repubbliche dell’Ucraina orientale da parte del presidente Putin. Dopo il parlamento, è intervenuto anche il vicepresidente del Consiglio di Sicurezza Dmitry Medvedev: “E’ impossibile che migliori la situazione in Ucraina, quindi è necessario riconoscere Lugansk e Donetsk“. “Non c’è altra via che riconoscere” il Donbass, ha sintetizzato il ministro Lavrov.

Consiglio urgente

L’Ucraina ha chiesto una riunione urgente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. “Su iniziativa del presidente Zelensky ho chiesto ufficialmente di tenere immediatamente consultazioni ai sensi dell’articolo 6 del memorandum di Budapest”, ha twittato il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba, citando lo storico accordo del 1994, firmato anche da Russia, Stati Uniti e Gran Bretagna, sulle garanzie di sicurezza.

I rifugiati

L’Unione europea si sta preparando a diversi scenari in caso di un’ondata migratoria scaturita da un eventuale attacco russo. Se Mosca attaccasse solo ad est, spiegano dalla Commissione, la maggior parte dei migranti cercherebbe probabilmente rifugio nella parte occidentale dell’Ucraina. Nell’eventualità di un attacco su larga scala, invece, il paese più colpito dai flussi migratori sarebbe la Polonia. Tra i possibili paesi di destinazione indicati dalla Commissione, anche Italia, Germania e Francia. Il dossier è uno dei temi in agenda dell’incontro tra la commissaria agli Affari Interni Ylva Johasson e il ministro polacco degli Interni, Mariusz Kamińsk che si terrà domani a Varsavia.  “Continuando la nostra preghiera per la pace, faccio appello ai miei compatrioti affinché abbiano un cuore aperto e ospitale per i rifugiati dall’Ucraina che vorranno venire in Polonia a trovare rifugio dalla guerra”: lo ha scritto l’arcivescovo Stanisław Gądecki, presidente della Conferenza Episcopale Polacca nell’“Appello per i rifugiati dell’Ucraina”. Di fronte alle notizie di un ulteriore incremento della tensione in Ucraina, il presidente dell’Episcopato ha sottolineato che “ognuno ha diritto alla vita nella pace e in sicurezza. Ognuno ha diritto di cercare per sé e per i propri cari condizioni che gli garantiscano una vita sicura”. Gadecki ricorda che negli ultimi anni la Polonia ha aperto le sue porte ai nuovi arrivati dall’Ucraina, “i quali abitano tra noi, lavorano insieme a noi, pregano nelle chiese polacche e studiano nelle scuole polacche”. L’arcivescovo Gądecki ha chiesto che l’ospitalità per i rifugiati trovi la sua espressione concreta nel supporto delle nostre organizzazioni caritative: Caritas Polska, Caritas diocesane e parrocchiali e altre associazioni. Ha aggiunto che Caritas Polska ha preparato un programma di sostegno aggiuntivo per i rifugiati dall’Ucraina in caso di ulteriore incremento della tensione e delle ostilità.

No-fly zone

Sul Mar d’Azov, una sezione settentrionale del Mar Nero, nelle ultime ore è entrata in vigore una no-fly zone dichiarata dalla Russia. La notte scorsa, scrive Bbc news online, Mosca ha diffuso un avviso per escludere gli aerei di linea commerciali dalla zona, che confina con il porto ucraino di Mariupol, vicino alla linea di contatto tra le forze separatiste ucraine e filo-russe.

Von der Leyen

“Le sanzioni finanziarie significherebbero che la Russia sarebbe praticamente tagliata fuori dai mercati finanziari internazionali“, ha detto la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen in un’intervista rilasciata all’emittente televisiva tedesca Ard. Le misure, ha spiegato la numero uno dell’esecutivo Ue, colpirebbero “tutti i beni che produciamo di cui la Russia ha urgente bisogno per modernizzare e diversificare la sua economia, in cui siamo predominanti a livello globale e che non hanno sostituti”.

Notizia in aggiornamento