Crisi di governo: Mattarella conclude le consultazioni

Ultimo giorno di consultazioni del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella prima del conferimento dell’incarico per formare il nuovo governo. In mattinata sono salite al Quirinale le delegazioni di Sinistra Italiana, Ala e Ncd. “Discontinuità vuol dire discontinuità, non è solo Renzi ma anche chi per lui può dare lo stesso di tipo di impronta e continuità”. Loredana De Petris, capogruppo al Senato di SI, ha chiuso in maniera netta all’ipotesi più accreditata in queste ore, ovvero un esecutivo guidato dal ministro degli Esteri uscente Paolo Gentiloni.
“Siamo disponibili a ogni formula che Mattarella intende adottare, da un governo Renzi-bis a un esecutivo di altro tipo, l’importante è che il Paese esca dall’impasse” ha dichiarato invece il senatore Denis Verdini di Ala, con l’obiettivo di adottare una nuova legge elettorale in tempi rapidi. Verdini ha anche dato al Capo dello Stato la disponibilità del suo partito ad entrare in una eventuale compagine governativa qualora il premier incaricato lo richieda.
Favorevole a un Renzi bis, una strada che peraltro sembra ormai difficilmente percorribile, è il principale alleato di governo del premier uscente: “Siamo disponibili a un governo con responsabilità comune – ha dichiarato il leader di Ncd Angelino Alfano – Qualora ci fosse un diniego da parte degli altri potenziali partecipanti non avremmo nulla in contrario anzi, avremmo molto di favorevole, ad una prosecuzione di Renzi”.
Il Presidente Mattarella riprenderà le consultazioni nel pomeriggio quando incontrerà le delegazioni dei principali partiti: alle 16 Forza Italia con Silvio Berlusconi, alle 17 il Movimento 5 Stelle e infine, alle 18, i presidenti dei gruppi parlamentari del Pd, Rosato e Zanda, con il vicesegretario Guerini e il presidente Orfini. Mentre i vertici di FI si sono riuniti alle 13.30 a Palazzo Grazioli con Berlusconi, la delegazione del Pd si è recata a Palazzo Chigi per incontrare Renzi. Nella sede del governo si sono recati in mattinata anche diversi ministri, tra i quali Padoan, considerato al momento l’alternativa principale a Gentiloni. Il premier dimissionario ha visto anche il ministro Franceschini, dopo le voci di una frattura tra i due leader che avevano vinto l’ultimo congresso del Pd, in cui le correnti giocano una partita decisiva in vista della prossima corsa alla segreteria. E’ sufficiente leggere le parole di Speranza, uno dei principali oppositori interni a Renzi, per comprendere il clima che si respira, malgrado i tentativi di ricompattare il fronte interno: “Se il Pd fa finta di non vedere la lezione arrivata dal voto si sconnetterà definitivamente dal suo popolo – ha detto Speranza – Oltre ad una legge elettorale capace di superare le storture dell’Italicum, serve una svolta su alcune questioni sociali fondamentali. Inclusa una più generale discontinuità nella quotidiana gestione del potere a cui siamo apparsi in questi mesi troppo legati”. Immaginare che possa sostenere un governo Gentiloni appare francamente utopistico.