Covid-19, Stati Uniti: obbligo di dieta contro l’obesità

Obiettivo è essere sani e forti per prevenire il Coronavirus. Il 35% degli americani soffrono di obesità in nove stati

Si è molto discusso intorno ad alcune dicotomie di questo periodo: ambiente-coronavirus; inquinamento-coronavirus; fumatori-Coronavirus. E negli Usa le autorità hanno deciso dichiarare guerra al peso eccessivo. Bisogna dimagrire perché l’obesità è un problema nell’era del Covid-19. Ma alcuni cittadini non sono assolutamente d’accordo.

L’obesità abolita dalle autorità

Un’intera città a dieta per buttare giù i chili di troppo presi durante la quarantena, in media 6,8 a testa, e diventare così più forti contro il coronavirus, che attacca in modo sproporzionato gli obesi. Le autorità di Huntington, cittadina di 200.000 persone a Long Island, non hanno dubbi: non si può creare una nuova emergenza sanitaria come l’obesità per contenere il coronavirus. E così il consiglio comunale mette tutti i cittadini a dieta, dettando linee guida da seguire per dimagrire e, quindi, essere più forti contro il virus. Promuovendo linee guida per uno stile di vita salutare, alla cittadinanza si offrono lezioni gratuite di yoga e altre attività fisiche oltre che consulenze online e consigli da nutrizionisti, incluso cosa mettere nel carrello della spesa. L’iniziativa è chiamata “Quarantine 15” in riferimento all’aumento del peso medio durante il lockdown, ovvero 15 libbre, circa 6,8 chilogrammi.

Le polemiche

Ma i cittadini non ci stanno e la polemica è immediata. La decisione è bollata come una scelta ridicola: il governo non dovrebbe cercare di creare un boot camp per obesi, dicono convinti che il peso e la dieta siano un loro problema non delle autorità. Il tasso di obesità negli Stati Uniti supera il 35% in ben nove stati, esponendo al rischio di coronavirus una buona fetta della popolazione.

Usa e Coronavirus

Sale il numero dei morti a causa del coronavirus negli Stati Uniti: 2.448 nelle ultime 24 ore, secondo i dati della Johns Hopkins University. Nella giornata precedente i decessi erano stati 2.073. Il bilancio complessivo ha superato le 75.500 vittime, con oltre 1.2 milioni di contagi in tutto il Paese. La pandemia riverbera nel sociale in modo devastante. Gli States non fanno eccezione. L’America ha perso oltre 33 milioni di posti di lavoro nelle ultime sette settimane, più di tre milioni negli ultimi sette giorni. Una catastrofe economica e sociale che nelle prossime ore sarà certificata da un tasso di disoccupazione atteso (se si esclude il worst case scenario) intorno al 16%, passando dai minimi degli ultimi 50 anni ai massimi dalla Grande Depressione negli anni Trenta.