Covid-19, Onu: bisogna bloccare tutti i conflitti armati

Il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, lancia un appello per un cessate il fuoco a livello mondiale, i sistemi sanitari sono crollati

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Il Coronavirus è ormai un’epidemia di livello globale secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Nessun continente sarà risparmiato come è purtroppo evidente. Gli Usa e l’Europa sono da giorni impegnati in questa guerra. Ma ce n’è un’altro di campo di battaglia che preoccupa, è quello dove si lanciano missili e si spara. Per questo, l‘Onu ha chiesto un cessate il fuoco mondiale.

L’appello

Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha chiesto un cessate il fuoco globale. «La furia del coronavirus mostra la follia della guerra. Ecco perché oggi chiedo un cessate il fuoco globale e immediato in tutti gli angoli del mondo. È tempo di bloccare i conflitti armati e concentrarsi sulla vera lotta delle nostre vite. Alle parti in guerra dico: ritiratevi dalle ostilità. Non dimentichiamo che nei Paesi devastati dalla guerra, i sistemi sanitari sono crollati“, ha aggiunto. Un appello disperato ma necessario, dato che l’epidemia sta arrivando dirompente anche in Africa e nel Medio-oriente. L’Iran è uno degli stati più colpiti mentre la Siria sta registrando i primi casi durante questo pomeriggio.

L’Oms

Alle parole del segretario generale dell’Onu si aggiungono quelle del direttore generale dell’Oms. “Sono più di 300mila i casi di Covid19 nel mondo. Ci sono voluti 67 giorni per arrivare ai primi centomila contagi, 11 giorni per 200mila e 4 giorni per trecentomila. Possiamo cambiare la traiettoria di questa pandemia – ha aggiunto direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus– Chiedere alle persone di stare a casa è un importante modo, ma per vincere dobbiamo attaccare il virus con tattiche aggressive, testando ogni caso sospetto, isolando ogni caso accertato, tracciando e mettendo in quarantena ogni persona che vi è stata a contatto”.  La priorità, secondo il direttore, è proteggere gli operatori sanitari. “Anche se facciamo tutto il resto nel modo giusto, se non diamo la priorità alla protezione degli operatori sanitari, molte persone moriranno perché l’operatore sanitario che avrebbe potuto salvare la loro vita è malato. I lavoratori della sanità possono svolgere efficacemente il proprio lavoro solo quando possono farlo in sicurezza. Continuiamo a ricevere segnalazioni allarmanti da tutto il mondo di un gran numero di infezioni tra gli operatori sanitari“, ha concluso.