Corte CostituzionaleIl Parlamento nel pantano

Quattordicesima fumata nera del Parlamento in seduta comune chiamato a eleggere due giudici della Corte costituzionale: nessun nome ha infatti raggiunto il quorum dei 3/5 dei componenti dell’Assemblea, pari a 570 voti. La politica dunque non esce fuori dallo stagno, e forse bisognerebbe iniziare a chiedersi il perché.

La Consulta – come viene chiamata la Corte – ha un ruolo fondamentale nella vita dei cittadini più di quanto normalmente non si percepisca. Per fare un esempio recente, è la Consulta che ha dato l’ok per la fecondazione eterologa, cambiando la vita (e c’è da discutere se sia un bene) di moltissime famiglie; così come è sempre la Corte Costituzionale a dire l’ultima parola su quelle tante leggi regionali che mutano radicalmente l’assetto dei territori. Un posto di grande responsabilità, dunque, ma – viene da sé – anche di grande potere, e in questa chiave è più comprensibile (ma non giustificabile) l’accanimento politico che ha portato a una serie interminabile di “nulla di fatto”.

E fa pensare il fatto che i partiti politici, senza nulla togliere ai candidati presentati in prima battuta, non abbiano curricula e professionalità da proporre in alternativa, quasi fosse più una prova di forza che un agire nell’interesse della gente. Sono state dunque 655 le schede bianche, su 848 votanti. Servirà una nuova votazione, la quindicesima, che slitterà alla prossima settimana. Una fumata nera peraltro annunciata, in quanto l’indicazione arrivata di mattina sia ai parlamentari dem che a quelli azzurri, era proprio di votare scheda bianca. Stesso comportamento hanno tenuto anche la Lega e i centristi. Per gli amanti delle statistiche ecco il risultato della votazione: Violante 43, Bruno 42, Ainis 7; Balducci 7; Zanettin 7; Besostri 6. Voti dispersi 51; Schede bianche 655, 72 le nulle. La nuova votazione è stata fissata per martedì prossimo 30 settembre alle 17, ma mentre Luigi Zanda spiega che al Nazareno confermano “in pieno” Violante, Forza Italia sembra essere alla ricerca di un altro nome al posto di Bruno.

Nel partito, infatti, già si ragiona su nuovi nomi (Maurizio Paniz, Giovanni Guzzetta quelli circolati anche nei giorni scorsi) anche se, si spiega, il tema non è più una priorità visto che la Consulta può lavorare comunque. Senza però – va sottolineato – quel bilanciamento necessario rispetto al parterre parlamentare attuale; il che vista la mole di lavoro e di sollecitazioni che arrivano non solo dal Parlamento ma anche dalle Regioni, anch’esse come detto abilitate a legiferare, non può non rappresentare un rischio per la vita del Paese.