Coronavirus, Trump dichiara l’emergenza nazionale negli Usa

“Emergenza nazionale”: le definisce due parole “molto importanti” Donald Trump, che le pronuncia in conferenza stampa nel Giardino delle Rose della Casa Bianca, in riferimento agli Stati Uniti d’America che, d’ora in poi, tratteranno in tal senso l’emergenza coronavirus. E’ finito, dunque, il tempo degli scetticismi: il presidente annuncia in conferenza stampa quella che sarà l’opera di contrasto al Covid-19, parlando di 50 miliardi di dollari in risorse e predisposizione di centri d’accoglienza e smistamento in tutti gli Stati. “Chiederemo agli ospedali di preparare piani di emergenza. Assicureremo massima flessibilità nella lotta al virus“. Al momento, negli Stati Uniti, il bilancio della pandemia parla di 1.701 casi, con 40 persone decedute. Numeri sufficienti a spingere il Tycoon a compiere il passo già compiuto per ragioni sanitarie dal suo predecessore, Barack Obama, in occasione dell’epidemia da influenza suina.

Le misure

Tra i vari provvedimenti che verranno adottati dagli Stati Uniti, lo stop ai viaggi da e per 36 Paesi europei (ancora attivi quelli verso il Regno Unito), che sarà valido a partire dalle cinque del mattino ora italiana. A breve termine, gli Usa dovrebbero riuscire ad avere a disposizione almeno 500 mila test e la piena operatività di un piano d’emergenza basato sul coordinamento tra il governo federale e i singoli governatorati locali: “Assicureremo massima flessibilità – ha spiegato Trump – nella lotta al virus e chiederemo agli ospedali di preparare dei piani di emergenza“. La nuova disponibilità di tamponi, secondo Trump, “comporterà probabilmente 1,4 milioni di test la prossima settimana e cinque milioni in un mese. Il nostro massimo obiettivo – ha detto il presidente – è fermare la diffusione del virus”. Butta anche un occhio ai mercati il Tycoon, annunciando che gli Usa acquisteranno petrolio per garantire elevato il livello delle riserve strategiche americane. Un annuncio che ha fatto levitare le quotazioni del greggio a Wall Street, schizzate a 33,59 dollari al barile.