Coronavirus, la Russia chiude l’ultimo confine. Prima vittima in Messico

Frontiere chiuse in Argentina, Perù e Honduras. New York e L.A. chiudono scuole e locali. Rinviate le elezioni in Georgia. La Cina ha riportato ieri 16 nuovi casi di coronavirus. Rinviato processo a Netanyahu

Il Cremlino, a Mosca (Russia)

In totale, nel mondo, sono morte 6mila persone per il coronavirus, 2mila solo in Europa. E’ questo il risultato di un conteggio effettuato della Afp, l’agenzia di stampa francese. Per la prima volta i casi di coronavirus all’estero hanno superato quelli della Cina, dove il contagio è iniziato. Secondo l’ultimo bollettino della Johns Hopkins University, i contagiati nel mondo sono 87.000 contro gli 80.860 dichiarati dalle autorità di Pechino. Anche le persone morte fuori dalla Cina sono di più: 3.241 oggi, contro 3.208 vittime nel Paese del Dragone. E con il montare dei casi, i Paesi europei adottano misure più stringenti.

Casi di coronavirus nel mondo

La Russia chiude l’ultimo confine aperto

La Russia ha chiuso anche l’ultima frontiera rimasta aperta: quella con la Bielorussia. Finora il Paese ha registrato solo 63 casi di coronavirus e nessuna morte, risultati ottimi ma non è chiaro se siano dovuti alla chiusura anticipata dei confini o all’esiguo numero di test eseguiti. Molti dei casi identificati finora sono di viaggiatori in Italia. La commissione governativa che coordina la risposta della Russia al coronavirus ha annunciato inoltre un piano da 300 miliardi di rubli per contrastare il collasso economico.

Prima vittima in Messico

In Messico c’è stata la prima vittima, secondo quanto riportato daI media locali che citano fonti vicine alla persona deceduta. Si tratta dell’imprenditore Jose Kuri che è stato trovato positivo al coronavirus dopo un viaggio negli Stati Uniti.

Frontiere chiuse in Argentina, Perù e Honduras

L’Argentina è formalmente in ‘lockdown’ per il coronavirus e ha chiuso le frontiere, anche ai Paesi vicini sudamericani. Il bando su tutti gli ingressi resterà in vigore fino al 31 marzo. Lo ha annunciato il presidente Alberto Fernandez durante un conferenza stampa. Stesso provvedimento è stato preso anche in Perù. Nel Paese sono stati confermati 71 casi di coronavirus. Anche il vicino Honduras ha chiuso le attività del settore privato e pubblico per 7 giorni. Qui i casi registrati sono 6.

Stati Uniti

Gli Stati Uniti corrono ai ripari contro l’avanzata del coronavirus nel Paese, dove si contano 3.400 casi e 65 morti. La più colpita è Washington con 40 decessi, poi la California con cinque ma ci sono anche due vittime – e oltre 700 positivi – nello Stato di New York. Dopo le pressioni provenienti anche dalla stampa, il presidente Donald Trump si è sottoposto al test, risultando, secondo quanto dichiarato da Washington, negativo. New York, Los Angeles, lo stato di Washington e la California decidono la chiusura di bar e ristoranti; nello specifico, a New York chiudono anche scuole, cinema, teatri e locali notturni. Si potrà solo ordinare del cibo da asporto o da casa. Misure simili per Los Angeles. Las Vegas spegne i casinò. Sono già una decina gli stati Usa che hanno adottato misure drastiche per il contenimento dei contagi. Le autorità della Georgia hanno deciso il rinvio al 19 maggio delle elezioni primarie previste per il 24 marzo. L’età media delle persone impegnate ai seggi, infatti, è di 70 anni, e sono quindi un gruppo più a rischio. Già venerdì la Lousiana aveva annunciato il rinvio del voto per la scelta dei candidati alla Casa Bianca. Il vicepresidente americano Mike Pence annuncia una stretta a livello federale per le prossime ore. Biden e Sanders chiedono l’esercito e accusano Trump di sottovalutare l’emergenza. La Fed taglia i tassi d’interesse. Mentre crollano i future di Wall Street.

Scuole chiuse a New York

Cina

La Cina ha riportato ieri 16 nuovi casi di coronavirus, di cui quattro a Wuhan e 12 importati. Il numero di contagi importati è in maggioranza rispetto a quelli locali per il terzo giorno di fila. Secondo i dati della Commissione Sanitaria nazionale (nhc), ci sono stati anche 14 decessi aggiuntivi, tutti collegati alla provincia dell’Hubei, epicentro del virus. I pazienti dimessi ieri dagli ospedali sono stati 838, (il totale sale a 67.749): sui 80.860 contagi certi, il tasso di guarigione è salito di quasi due punti, all’83,8%.

Israele

Sale il numero di contagi in Israele. Il numero positivi ha raggiunto la scorsa notte la cifra di 200. Di questi 157 sono ricoverati, mentre altri 34 vengono curati nel proprio domicilio. A renderlo noto il ministero della sanità israeliano. L’emergenza ha spinto il ministro della giustizia Amir Ohana a spostare tutte le attività giudiziarie, compreso il processo al premier israeliano, Benjamin Netanyahu, che è stato rinviato oltre domenica 24 maggio. Lo scrive il giornale ‘The Jerusalem Post’.