Coronavirus, insorgono i metalmeccanici. E anche le banche minacciano lo sciopero

Mobilitazione dei sindacati bancari che annunciano il possibile blocco: "Garantire gli standard di sicurezza"

Non solo i metalmeccanici. E’ un momento di forte agitazione per diverse sigle sindacali, che spingono per la mobilitazione in un periodo di forte flessione per il Paese da un punto di vista lavorativo. Nel mirino non c’è solo il decreto della Presidenza del Consiglio ma anche le condizioni di lavoro che da più parti definiscono di scarsa sicurezza. A premere sull’agitazione, dopo l’annuncio del settore metalmeccanico, arrivano anche i sindacati bancari (Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin) che, a partire da domani, inizieranno la mobilitazione che potrebbe diventare a breve sciopero effettivo. I segretari generali delle sigle sindacali hanno inviato una missiva a tutte le banche (oltre che ad Abi e Federcasse) e al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, denunciando che “i dipendenti del settore, tra i quali si registrano molti casi di positività al Coronavirus, non operano in condizioni di sicurezza”. Il riferimento è all’assenza di materiale sanitario, mascherine in primis.

Assenza di materiali

I servizi bancari, così come quelli postali, rientrano fra quelli garantiti nonostante il terzo giro di vite del governo che ha di fatto messo in blocco il sistema produttivo della piccola e media impresa come argine al coronavirus. Ed è su questo punto che insistono i sindacati i quali ricordano alla Presidenza del Consiglio di aver “espresso una forte e unitaria richiesta di chiusura, per almeno 15 giorni, di tutti gli sportelli bancari, che oggi rappresentano purtroppo punti di diffusione del contagio; a tale richiesta ci avete risposto negativamente”. Nella lettera, viene sottolineato che le sigle sindacali, assieme ad Abi, hanno sottoscritto “un Protocollo contenente misure di prevenzione, contrasto e contenimento della diffusione del virus Covid-19 nel settore bancario”. In tale proposta, sono contenute misure volte a garantire gli standard di sicurezza per i lavoratori del settore, circostanza imprescindibile per il prosieguo delle attività. Come stabilito, del resto, dallo stesso Decreto, nel quale vengono previste scorte di materiale sanitario che, spiegano i sindacati, al momento non sono in dotazione ai lavoratori degli sportelli.

Agitazione in Lombardia

“Il Presidente del Consiglio – prosegue la missiva – non ha accolto la nostra istanza, conseguente al Vostro diniego, di provvedere per via legislativa alla sospensione dell’attività delle filiali bancarie; anzi nel Dpcm di ieri 22 marzo ne ha confermato l’operatività, rendendo necessario, per la gestione della emergenza, questa nostra ulteriore iniziativa, anch’essa emergenziale, di tutela delle lavoratrici e dei lavoratori osservano le organizzazioni sindacali”. Sul piede di guerra anche gli operai del settore chimico della regione Lombardia, chiamati alla mobilitazione dai sindacati regionali Filtem Cgil, Femca Cisl, Uiltec: lo sciopero regionale è stato proclamato per il 25 marzo, otto ore di braccia conserte da parte di lavoratori senza produzioni di pubblica utilità. Secondo una nota congiunta dei sindacati, “inserire nelle attività d’impresa da considerare essenziali (gli ormai famosi codici Ateco) una serie di attività di vario genere che di essenziale non hanno nulla, depotenzia il decreto e crea l’effetto di ridurre ai minimi termini il numero delle lavoratrici e dei lavoratori che potranno rimanere a casa”.