Coronavirus, Gravina (Figc): “Il campionato di calcio va portato a termine”

"Se ci faranno giocare a inizio giugno, abbiamo le date utili per terminare a fine luglio". Malagò: "Il calcio vuole ripartire? Ognuno si assuma le sue responsabilità"

Derby Milan-Inter a Milano

“Quando il Paese tornerà a vivere, quando ci saranno le condizioni per altri settori tornerà anche il calcio. Lo dico una volta per tutte: il campionato va portato a termine. C’è tempo”. E’ sicuro della ripartenza Gabriele Gravina, presidente della Figc, che – nel corso di una intervista a La Repubblica – ha risposto al direttore dell’Iss, Giovanni Rezza, che nei giorni scorsi aveva espresso il suo parere contrario al ritorno in campo entro giugno: “Il campionato di calcio, io manderei tutto a monte“, aveva detto Rezza. “Respingo al mittente – ha aggiunto Gravina – le accuse di chi vede nel calcio un mondo governato da interessi lontani dal contesto sociale del Paese. Al contrario, della nostra ripartenza beneficerebbe tutto il sistema. Penso allo sport di base, all’indotto e al valore sociale del nostro movimento”.

Ripartenza

Sulla eadline per ripartire, Gravina ha detto: “No, non c’è. Andremo di pari passo con gli altri campionati europei. Se ci faranno giocare a inizio giugno, abbiamo le date utili per terminare a fine luglio. A seguire, le coppe. Se invece dovremo ripartire a settembre, chiuderemo questo campionato a novembre. Per ritornare in campo a gennaio”. Sul perché è da escludere uno stop definitivo, il numero 1 di via Allegri ha dichiarato: “Darebbe inizio a una serie di contenziosi. Sul mio tavolo ci sono già le diffide di alcune società. E chi mi chiede di non ripartire non ha poi idea di come risolvere queste criticità. La Fifa ha tracciato la via: non comincerà la nuova stagione senza aver concluso prima questa”.

Malagò: “Responsabilità”

Sul nodo ripartenza, Il Tempo ha intervistato il numero uno dello sport italiano Giovanni Malagò, presidente del Coni e membro a titolo individuale del Comitato Olimpico Internazionale. “Il mio pensiero è chiaro. La decisione spetta solo ed esclusivamente a chi ha l’onere e l’onore di organizzare i campionati, in un Paese dove spesso ci sono sostituzioni e scavalcamenti di competenze, soprattutto in momenti di emergenza…Ognuno si deve assumere le proprie responsabilità“. “Ci sono le leghe alle quali alcune federazioni hanno delegato l’organizzazione degli eventi: campionati, calendari e tutto il resto. Io ho un rispetto sacro di questo, perché sarebbe un’ingerenza. Dopodiché – aggiunge Malagò – siccome l’universo mondo dello sport mi evidenzia perplessità, sottolineo che tutti quanti alla spicciolata hanno preso delle decisioni: chi di annullare il campionato, chi di sospenderlo sine die. Alla fine ognuno è padrone di fare le proprie valutazioni assumendosi però le responsabilità del caso”.