Coronavirus, Conte: “Fase 2? Possibile allentamento a fine mese”

Il premier alla Bbc traccia il quadro dei passi fin qui e parla di riaperture ma ribadisce: "Saranno graduali". E chiama l'Europa alla responsabilità

“Dobbiamo scegliere settori in grado di riavviare la loro attività. Se gli scienziati lo confermano, potremmo iniziare ad allentare alcune misure già entro la fine di questo mese”. Per qualcuno una previsione ottimista ma, comunque, il premier Conte la tiene in considerazione in un’intervista alla Bbc, in cui afferma che, in caso di prosecuzione della discesa, qualche allentamento delle restrizioni potrebbe avvenire già in questo mese. A ogni modo, un punto cruciale il presidente del Consiglio lo conferma: le misure potranno essere ridotte solo gradualmente, cercando di non commettere nessun errore che potrebbe compromettere quanto fatto finora. Anzi, conferma che “l’Italia ha sempre adottato misure efficaci e tempestive“, ribadendo che non c’è stato nessun ritardo o sottovalutazione da parte del governo.

Misure tempestive

Per quanto riguarda quanto fatto finora, Conte afferma che rifarebbe gli stessi passi, precisando che “la perfezione non è di questo mondo e non sono così arrogante da pensare che il governo italiano sia stato perfetto“. Il trend di discesa, comunque, non deve corrispondere a un calo di responsabilità, al netto di tutti gli effetti collaterali che la vicenda coronavirus sta producendo nella quotidianità degli italiani. Per il premier, a ogni modo, i provvedimenti presi sono stati corretti e applicati con le tempistiche giuste: a farlo prima, spiega alla testata britannica, “mi avrebbero probabilmente preso per pazzo”.

Appello all’Europa

E arriva l’immancabile messaggio all’Europa, lanciato ai quotidiani tedeschi e alle altre testate europee alle quali in questi giorni ha rilasciato interviste: “Se non cogliamo l’occasione per dare nuova vita al progetto europeo, il rischio di fallimento è reale”. Uno scenario al quale Conte non vuole pensare, aggiungendo che non permetterà che questo si realizzi: “Abbiamo bisogno di una risposta economica e sociale a livello europeo”, con risposte “monetarie e fiscali”. Questo perché, spiega, il coronavirus rappresenta la “prova più grande dalla Seconda Guerra Mondiale”. E’ necessaria, in questo senso, una risposta congiunta. L’ennesima in breve tempo, ma stavolta serve a tutti. Ue compresa.