Consiglio europeo: l’impegno a lavorare insieme sull’acquisto comune volontario di gas, Gnl e idrogeno

Dai capi di Stato e di governo dei 27 Paesi membri dell'Ue anche il via libera al piano per fronte a carenza di cibo provocata dalla guerra

Secondo giorno di vertici a Bruxelles, con la riunione dei 27 capi di Stato e di governo dei Paesi membri dell’Unione europea sull’energia e l’esigenza di ridurre la dipendenza dalle forniture russe, ma non solo.

Acquisto comune volontario

“Il riempimento dello stoccaggio di gas in tutta l’Unione dovrebbe iniziare quanto prima, tenendo pienamente conto delle misure nazionali di preparazione”, si legge nelle conclusioni del summit. L’impegno emerso dal Consiglio è quello di “lavorare insieme sull’acquisto comune volontario di gas, Gnl e idrogeno, sfruttando in modo ottimale il peso politico e di mercato collettivo dell’Unione europea e dei suoi Stati membri per frenare i prezzi nei negoziati. La piattaforma comune per gli acquisti sarà aperta anche ai paesi dei Balcani occidentali e ai tre partner orientali associati”.

I prezzi dell’energia

Il Consiglio europeo “invita la Commissione europea a presentare proposte che affrontino efficacemente il problema dei prezzi eccessivi dell’energia elettrica preservando l’integrità del mercato unico, mantenendo gli incentivi per la transizione verde, preservando la sicurezza dell’approvvigionamento ed evitando costi di bilancio sproporzionati”.  L’istituzione dei 27 inoltre incarica la Commissione “di raggiungere le parti interessate nel settore dell’energia e di discutere, se e come, le opzioni a breve termine presentate dalla Commissione” “contribuirebbero a ridurre il prezzo del gas e a ovviare al suo effetto contagioso sui mercati dell’elettricità, tenendo conto delle circostanze nazionali”. Tra le opzioni, si legge, “sostegni diretti ai consumatori mediante buoni, sgravi fiscali o attraverso un ‘modello di aggregatore/acquirente unico”, aiuti di Stato, imposte (accise e Iva) limiti di prezzo, misure regolamentari quali contratti per le differenze

Contrasto alla carenza del cibo

Il Consiglio ha dato il via libera a un piano per fare fronte alla carenza di cibo provocata dalla guerra in Ucraina, grande esportatore di grano. Questo programma, denominato “Farm”, mira in particolare ad aumentare la trasparenza sugli stock mondiali, a garantire gli approvvigionamenti ai paesi più a rischio e a incoraggiare la produzione nelle regioni fragili, si legge nelle conclusioni del vertice dei leader europei.

Fondo di solidarietà

L’istituzione ha inoltre convenuto sull’istituzione di un fondo fiduciario di solidarietà per l’Ucraina invitando i propri partner internazionali a partecipare e chiede che i preparativi partano senza rinvii. Alla Commissione Ue si chiederà di fornire assistenza tecnica per aiutare l’Ucraina a implementare le necessarie riforme. A tempo debito dovrà essere organizzata “una conferenza internazionale per raccogliere fondi a titolo del Fondo fiduciario di solidarietà per l’Ucraina”, si legge nelle conclusioni.

Scholz: “Collaborazione volontaria”

“Abbiamo concordato di collaborare su base volontaria per gli acquisti congiunti di gas“, ha detto il cancelliere tedesco Olaf Scholz al termine del vertice, osservando che “i casi individuali possono essere complicati perché ci sono aziende private che operano in tutta l’Ue e vogliono continuare a farlo in futuro” ma è giusto agire con “trasparenza e cooperazione”.

Draghi: “Piano diversificazione energetica in due settimane”

“Si ha la sensazione che i progressi siano molto rapidi, entro un paio di settimane potremo presentare un piano di diversificazione energetica dettagliato”, ha detto il presidente del Consiglio italiano Mario Draghi al termine del  Consiglio europeo. “Le risposte immediate ci sono state con le sanzioni. Ora l’Europa sta cercando di rivisitare collettivamente molte, se non tutte, le regole che hanno accompagnato l’Ue negli ultimi anni, dal mercato unico alle leggi sugli aiuti di Stato, al Patto di stabilità, alla possibilità di creare altro debito comune da parte della Commissione europea, perché non c’è alcun dubbio che i bisogni attuali, dall’energia alla Difesa, ma anche i rifugiati, non possono essere affrontati dai bilanci nazionali”, ha detto ancora il capo del nostro esecutivo. “Questa volontà di procedere con la responsabilità ma anche con la solidarietà, si costruisce anche attraverso queste lunghissime riunioni”.

Processo di pace

“Gli sforzi fatti da Macron, Scholz, e poi anche da me di poter parlare, che non hanno prodotto niente, ma sono necessari comunque. Il giorno in cui questa volontà (di Putin, ndr) cambierà, noi saremo lì a iniziare questo processo di pace insieme agli altri alleati. Questo è il senso di quando dico che Putin non vuole la pace, ancora non c’è stata alcuna manifestazione di cessate il fuoco. Anche nelle riunioni con gli ucraini, i bombardamenti sono continuati”, ha detto ancora Draghi. “Ho visto le parole del Santo padre, a cui vorrei esprimere la mia personale gratitudine e del governo. Vorrei ribadire che noi stiamo cercando la pace, io la sto cercando, veramente, gli altri leader europei, francesi e tedeschi in particolare, la stanno cercando. Hanno avuto, e avrò anche io, colloqui con Putin. Questa è la prima importante cosa da tenere a mente. Non siamo in guerra perché si segue un destino bellico. Si vuole la pace innanzitutto”.