Comunali, via ai ballottaggi: fari puntati su Roma

Sfida aperta fra Centrodestra e Centrosinistra a Roma, Torino e Trieste. Cinque milioni di elettori chiamati al voto

Comunali ballottaggi

Ultimo giro alle urne. Sessantacinque comuni chiamati a esprimere nuovamente la propria preferenza, per fornire una guida alla propria amministrazione. Inevitabilmente, i fari si accendono sulla Capitale: Roma decide il nuovo sindaco fra il candidato del Centrodestra, Enrico Michetti, e il rappresentante del Centrosinistra, Roberto Gualtieri. Il secondo, dopo un iniziale passo indietro, ha ricevuto il beneplacito di Carlo Calenda, mentre la sindaca uscente, Virginia Raggi, non ha fornito indicazioni di voto. Ai nastri di partenza vige il leggero vantaggio di Michetti (30% a 37%). Ma ai ballottaggi, si sa, è tutt’altro discorso. Cittadini chiamati alle urne in doppia tornata, come al primo turno: i seggi si chiuderanno domani alle 15. Lo spoglio delle schede inizierà immediatamente.

Ballottaggi, test nazionale

Dieci i capoluoghi di provincia chiamati a esprimere le proprie preferenze, per un totale di 5 milioni di elettori sparsi su tutto il territorio italiano. Oltre a Roma, urne aperte anche a Torino e Trieste, ma anche a Varese, Savona, Latina, Benevento, Caserta, Isernia e Cosenza. Occhi aperti anche nel capoluogo piemontese: come nella Capitale, Csx (Stefano Lo Russo) e Cdx (Paolo Damilano) si sfidano per raccogliere il testimone dell’amministrazione pentastellata, guidata in questo caso da Chiara Appendino. Parte avanti (43,86%) il candidato di Centrosinistra ma, anche qui, il ballottaggio rappresenta una sfida ben più ampia che una semplice corsa amministrativa. Anche perché, al primo turno, gli schieramenti di Centrosinistra si sono aggiudicati in un colpo solo i Comuni di Napoli, Milano e Bologna. Test probante anche a Trieste, dove il candidato Roberto Piazza (Cdx) parte più avanti rispetto a Francesco Russo (Csx). Se lo schieramento guidato dai dem dovesse affermarsi qui, come anche a Roma e Torino, l’asse Pd-M5s ne uscirebbe decisamente rafforzato.

Green Pass non obbligatorio

Per quanto riguarda le modalità di voto, restano le disposizioni del primo turno. Nonostante l’obbligo del Green Pass entrato in vigore il 15 ottobre, la certificazione non verrà richiesta in sede di voto. La quale sarà invece necessaria per coloro che voteranno nei seggi ospedalieri, così come per la raccolta del voto domiciliare.