Cisgiordiania, manifestante palestinese ucciso in scontri con l’esercito israeliano

Un portavoce militare ha dichiarato dei dimostrati stavano scagliando pietre mettendo in pericolo l’incolumità degli automobilisti israeliani in transito

A distanza di una settimana dalla morte di un 21enne palestinese, rimasto ucciso nello scontro a fuoco durante un’operazione dell’esercito israeliano per arrestare un ricercato a Deir al-Hatab, non distante da Nablus, in Cisgiordania, un manifestante palestinese è stato ucciso in scontri con l’esercito israeliano a Beit Fajjar, tra Betlemme ed Hebron, sempre in Cisgiordania.

Colpi al petto

Lo hanno riferito fonti mediche, citate dall’agenzia Maan, secondo cui si tratta di Osama Mahmoud Al-Adawi, di 17 anni. Secondo la stessa fonte, il giovane è stato raggiunto da “tre colpi al petto”. Negli stessi scontri ci sono anche altre feriti così come ad Al Bireh, nei pressi di Ramallah. Uno sciopero si è svolto oggi nel campo profughi di Shuafat a Gerusalemme est dove si registrano altri incidenti.

Lancio di pietre

In seguito, il portavoce militare ha precisato che a breve distanza da Beit Fajjar, alla altezza del campo profughi di al-Arub, “un certo numero di dimostranti hanno lanciato grandi pietre contro veicoli in transito sulla vicina arteria 60 mettendo in pericolo la incolumità e la vita degli automobilisti israeliani in transito“. Soldati che erano sul posto, ha aggiunto il portavoce, “hanno identificato i sospetti e hanno sparato in loro direzione, colpendone uno”