CASO AZZOLLINI, NO DEL SENATO ALL’ARRESTO

Il Senato boccia con 189 no, 96 sì e 17 astenuti l’autorizzazione a procedere nei confronti di Antonio Azzollini (Ap). La votazione sugli arresti domiciliari richiesti dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Trani si è svolta a scrutinio segreto. Azzollini risulta indagato nell’ambito dell’inchiesta sul crac della Casa della Divina Provvidenza.

L’Aula sconfessa così la decisione presa dalla Giunta per le Immunità del Senato l’8 luglio scorso che invece aveva accolto a maggioranza, cioè anche con il voto del Pd, la richiesta dei magistrati di arrestare l’ex presidente della commissione Bilancio accusato di vari reati, tra cui la bancarotta fraudolenta e l’associazione a delinquere, nell’ambito del crac della casa di cura Divina Provvidenza. Molti Dem, invece, oggi hanno votato per il no all’arresto, vista anche la decisione del capogruppo Luigi Zanda di lasciare ai “suoi” libertà di coscienza. Una decisione comunicata ieri sera via e mail forse anche perché, come si maligna in Sel, “Zanda non sarebbe riuscito comunque a controllare il gruppo”. In Aula infatti una ventina di senatori ha chiesto il voto segreto e nell’anonimato ognuno ha agito di testa propria.

Sdegno da parte del Movimento 5 Stelle, “Il Pd ha appena salvato dall’arresto il senatore Azzolini – ha commentato su Facebook il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio – quello che secondo i magistrati speculava sulle cure per gli ammalati. Ieri tagliano 2 miliardi alla sanità. Oggi salvano chi specula sulla nostra salute. Mi fanno davvero schifo!”. “Il @pdnetwork, quello di #MafiaCapitale salva il senatore Azzollini di Ncd dall’arresto. Questo è Renzi, rottamatore di legalità. Vergogna!” è stato invece il tweet al vetriolo inviato da Alessandro Di Battista.

Ma secondo la Lega Nord, che ha votato a favore della misura cautelare, la responsabilità per il mancato “sì” sarebbe proprio dei grillini. “Abbiamo votato per l’arresto del senatore Azzollini, a salvarlo è stato il Partito democratico – ha sottolineato Gian Marco Centinaio – L’intervento demenziale di Giarrusso del Movimento Cinque Stelle è stata la carta vincente di Azzollini perché ha chiarito le idee agli indecisi”. Replica Maurizio Lupi secondo cui il Senato, con il voto di oggi, ha dato prova “di serietà”. Azzollini, intervenendo prima del voto, aveva lamentato un “fumus persecutionis integrato a sufficienza”. Aveva poi parlato di “ricostruzioni difficili da poter ritenere anche solo logiche”. E aveva avvertito che contro di lui erano state usate testimonianze “contraddittorie” ritenute invece “attendibili”, oltre ad un uomo “non autorizzato” che di fatto lo ha “spiato”.