Inchiesta sui camici, il M5s Lombardia pronto alla sfiducia per Fontana

Il capogruppo De Rosa: "Chiediamo alle altre forze d'opposizione di sostenerci". Il governatore domani in Consiglio regionale

Il governatore della Regione Lombardia, Attilio Fontana

Sta sollevando polvere l’inchiesta sulla fornitura di camici in Lombardia che vede indagato, fra gli altri, anche il governatore della Lombardia, Attilio Fontana. Una vicenda che ha alzato l’asticella della tensione attorno al presidente, iscritto nel registro degli indagat, dal quale si attende per la giornata di domani al Consiglio regionale. Nel frattempo, Fontana ha affidato ai social la replica a chi ne chiedeva le dimissioni, ribadendo che al momento non è un passo preso in alcun modo in considerazione. Secondo il governatore, “nelle dichiarazioni richieste dalle norme sulla trasparenza sono riportati nel dettaglio i miei patrimoni, non vi è nulla di nascosto e non vi è nulla su cui basare falsi scoop mediatici”.

Fontana, la replica social

L’inchiesta è incentrata sulla fornitura di 513 mila euro di camici e altri dispositivi di protezione da parte di Dama Spa, partecipata per il 10% dalla moglie del governatore e gestita dal cognato Andrea Dini. Un’assegnazione che, secondo gli inquirenti, sarebbe avvenuta in conflitto di interessi. Sempre stando a quanto ipotizzato, inoltre, parte di quei camici (25 mila) sarebbero stati oggetto di una tentata rivendita da parte del gestore dell’azienda (a sua volta indagato) a prezzi maggiorati. In relazione al bonifico (mancato) da 250 mila euro, il governatore ha scritto che l’idea è venuta “quando è saltata fuori questa storia e ho visto che mio cognato faceva questa donazione. Ho voluto partecipare anch’io. Fare anch’io una donazione. Mi sembrava il dovere di ogni lombardo”. E ancora, sul conto svizzero: “Non c’è niente di illecito in quel conto, sono capitali denunciati e scudati, un eredità di mia madre. Non vedo di cosa dovrei vergognarmi”.

Istanze dell’opposizione

Sulla vicenda è intervenuto anche il viceministro allo Sviluppo economico, Stefano Buffagni, secondo il quale “c’è un chiaro problema di opportunità, e la gestione ex post del proprio caso da parte del governatore mi colpisce molto. Come ho detto, questa giunta non può andare avanti”. Obiezioni anche da parte dell’opposizione in Lombardia: “Serve un atto politico coraggioso per la storia che stiamo andando a costruire – ha detto Massimo De Rosa, capogruppo M5s Lombardia -, siamo pronti a chiedere la sfiducia del presidente Fontana e chiediamo alle altre forze d’opposizione di sostenere la nostra richiesta”.