Buona scuola, la Fedeli presenta i primi decreti attuativi in Consiglio dei Ministri

Dopo diciotto mesi dall’entrata in vigore della riforma ideata dal governo Renzi, e a sole ventiquattro ore dalla scadenza, il Ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli, presenta nella riunione del Consiglio dei Ministri le 9 deleghe della “Buona Scuola“. Consistono in decreti legislativi di attuazione previsti dalla legge 107 su 9 questioni, decisioni prese direttamente dal governo per introdurre alcune novità nel sistema scolastico italiano. Dal cambiamento del sistema di voto alle elementari, medie e superiori, passando per il noto “segmento zero-6 anni”, fino al sostegno degli studenti con disabilità, tutte le novità, dopo l’approvazione in Consiglio dei Ministri, dovranno poi essere valutate dalle Commissioni Parlamentari, per essere poi rinviate all’esecutivo per l’ok definitivo. In questi passaggi non si esclude la possibilità di ulteriori modifiche.

Le novità saranno attuate già a partire dal nuovo anno scolastico. La Fedeli ha definito questa seconda parte della riforma come “la più innovativa della legge”. Infatti, nelle deleghe al governo vi è anche il decreto sul riordino dei percorsi dell’istruzione professionale, la garanzia del diritto allo studio, la realizzazione di un testo unico di norme sulla scuola, nonché la promozione della cultura umanistica, senza tralasciare il riordino delle scuole italiane all’estero e l’accesso alla professione degli insegnanti. Quest’ultimo decreto, che definisce il percorso di studio per diventare docenti e le modalità per salire in cattedra, potrebbe rivelarsi il più delicato, in quanto non sono state ancora date direttive circa il rinnovo del contratto dei docenti, tema sul quale solo di recente sindacati e Fedeli hanno iniziato a discutere.

Insegnanti di sostegno per ogni disabilità

Quella del sostegno è una delle riforme più attese. In Italia sono migliaia le famiglie che hanno figli con disabilità che frequentano la scuola. L’idea è quella di affiancare ogni ragazzo con difficoltà con insegnante adatto alla propria disabilità, preparato e in grado di sostenerlo nella maniera giusta. “Inclusione scolastica degli studenti con disabilità e bisogni educativi speciali“, si legge nel testo al comma 181 della legge 107. Dunque vi saranno docenti di sostegno con una formazione specifica per materne, elementari, medie e superiori.

A differenza di quanto accade oggi con l’attuale legge, con gli insegnanti di sostegno che entrano in ruolo e poi si spostano sull’insegnamento, la riforma della “Buona Scuola” prevede un percorso specifico per chi opta per il sostegno, con l’obbligo di restare in quella posizione per almeno 10 anni o per tutto l’ordine o grado di studi del ragazzo. Ciò garantirebbe una certa continuità didattica che sarebbe fondamentale per gli alunni disabili. Nel decreto, la figura del docente di sostegno si associa a quella di un vero e proprio tutor che aiuta lo studente e collabora con professore durante le lezioni.

Nuove norme per la valutazione

E’ un ambito sul quale il Ministero lavora già da tempo, nonché quello che incute timore. La nuova maturità entrerà in vigore a partire dal giugno 2018. I maturandi che concluderanno il loro iter scolastico tra sei mesi si troveranno ad affrontare ancora il vecchio esame. Il prossimo anno, invece, gli studenti si troveranno due prove scritte anziché tre: il tradizionale tema di italiano e una specifica prova per l’indirizzo scelto. Il testo di legge prevede l’abolizione della terza prova.

Le commissioni d’esame saranno formate da 3 membri interni, 3 esterni e un presidente esterno. Per la valutazione si terrà conto sia di tutti e cinque gli anni che dei percorsi di alternanza scuola-lavoro effettuati nell’ultimo triennio, diventati ormai obbligatori con la riforma. Tutti i maturandi, prima dell’esame di Stato, dovranno effettuare una prova Invalsi, un test il cui risultato, tuttavia, non entrerà nel voto finale dell’esame. Per quanto riguarda i più piccoli, i voti saranno sostituiti dalle lettere (dalla A alla E), e sparirà la prova Invalsi alla fine della terza media.

All’asilo nido maestre laureate

Di questa delega la Fedeli è la seconda firmataria, proprio lei che è stata maestra d’asilo. Il testo prevede la creazione di un sistema d’istruzione “integrato” che parta fin dai primi mesi di vita del bambino. Sarà dunque rafforzata la scuola fino a 3 anni, con l’assunzione di maestre d’asilo con una laurea triennale obbligatoria e la realizzazione di programmi identici, ma di qualità, su tutto il territorio italiano.

Come spiega la senatrice Francesca Puglisi (Pd), prima firmataria di questo decreto, i nidi “non saranno più solo uno strumento di welfare per le famiglie, si fa un investimento educativo fin dalla nascita, come avviene nel resto d’Europa”. Inoltre, sono pronti 200 milioni di euro per l’estensione di servizi anche per questa fascia scolastica. Fondi che il Miur stanzierà direttamente ai Comuni, a cui resta la responsabilità diretta di materne e nidi. I criteri saranno stabiliti anche dalle Regioni, in un primo tempo escluse dalla delega, cosa che la Consulta aveva dichiarato incostituzionale.

Il riordino delle scuole italiane all’estero

Tra le novità presentate anche quella del riordino delle scuole italiane all’estero. Nel mondo sono in tutto 135 e impiegano 624 insegnanti. Tra i loro banchi, circa 30 mila alunni. Ad oggi dipendono dal Ministero degli Affari Esteri, che le gestisce attraverso le ambasciate. Una regolamentazione che, tuttavia, comporta una serie di frammentarietà e disomogeneità che, secondo il governo, vanno superate. Il decreto, dunque, prevede un maggiore coordinamento tra la Farnesina e il Miur per creare un unico modello di formazione con l’obiettivo primario di diffondere la lingua e la cultura italiana all’estero.

Sarà il Miur, poi, a selezionare e inviare i docenti. Inoltre, con l’ausilio del Ministero degli Esteri saranno aperte nuove scuole e sezioni, decisi partenariati e attività di promozione dell’intero patrimonio linguistico italiano sul territorio, e scelte le modalità di formazione degli insegnanti. Ma il Ministero dell’Istruzione invierà anche nelle scuole italiane all’estero i docenti dell’organico di potenziamento, così da garantire anche fuori dall’Italia l’attuazione della riforma della “Buona Scuola”, rafforzando materia quali arte, musica e cinema. Il numero di insegnanti all’estero, in tal modo, salirebbe a 674.