Brexit. UK ammette nessun accordo per luglio

Per Frost possibile intesa a settembre

Brexit
Fonte: ANSA

“Sfortunatamente è ormai chiaro che un’intesa preliminare sui principi di un qualunque accordo non sarà raggiunta entro fine luglio” sottolinea David Frost, il capo negoziatore britannico, in una nota diffusa a conclusione di una nuova serie di colloqui avuti, a Londra, con il team guidato dal capo negoziatore europeo, Michel Barnier.

Accordo rinviato

Niente accordo, quindi, sul dopo Brexit entro fine luglio, come auspicava il governo di Boris Johnson. Porte ancora aperte, però, sulla possibilità di un’intesa con l’Ue “per settembre”. Anche se entrambi le parti ammettono che i tempi potrebbero dilatarsi ancora. Per raggiungere questo obiettivo, i colloqui informali con Bruxelles riprenderanno a Londra il 17 agosto. Frost spiega come la prima fase di colloqui formali sulle future relazioni commerciali abbia prodotto solo risultati parziali malgrado “l’intensificazione degli sforzi” nell’ultimo mese. Ribadisce poi che un deal quale che sia “dovrà necessariamente” riconoscere il Regno Unito post Brexit come un “Paese economicamente e politicamente indipendente”. Condizione che, secondo Londra, l’Ue ancora non accetta.

Le dichiarazioni di Michel Barnier

Se le due parti non riusciranno a colmare alcune distanze negoziali, secondo Michel Barnier “c’è un rischio oggettivo di no-deal” .«Abbiamo solo poche settimane rimaste, non dobbiamo sprecare tempo» ha fatto rilevare, aggiungendo che «l’accordo resta lontano» con Londra. I terreni di scontro più aspri sono l’accordo sui rapporti commerciali e il capitolo della pesca: «Il Regno Unito chiede una esclusione semi-totale delle imbarcazioni Ue dalle acque britanniche – ha detto Barnier – Questo è semplicemente inaccettabile».
Barnier ha fatto notare come il premier britannico “ci abbia detto in giugno di voler raggiungere un accordo politico velocemente”, ma abbia al tempo stesso “fissato tre linee rosse: la prima, nessun ruolo per la Corte di Giustizia Europea nel Regno Unito; la seconda, il diritto a stabilire le leggi britanniche future senza restrizioni europee; la terza, un’intesa sulla pesca tale da dar luogo una differenza rispetto alla situazione esistente”.