Braccio di ferro Governo-Calabria, Santelli: “Non ritiro l’ordinanza”

Il governatore va avanti nonostante l'ipotesi di diffida avanzata dal ministro Boccia. E il presidente del Veneto spiega: "Le nostre ordinanze in linea col Dpcm"

“Il ministro Boccia dice di diffidarmi, io ovviamente non ritiro la mia ordinanza“. Va avanti per la sua strada Jole Santelli, convinta che le disposizioni di riapertura decretate per la sua regione, la Calabria, non debbano essere revocate. Né, a suo giudizio, la sua Regione deve rientrare nei ranghi disposti dal governo. In sostanza, Santelli va avanti, nonostante l’avvertimento arrivato dal ministro alle Autonomie e l’invito, velato ma non troppo, del presidente Conte a darci un taglio con iniziative personali: “I ristoranti – ha sostenuto Santelli – non li ho aperti io ma il governo prevedendo la possibilità dell’asporto e l’apertura delle cucine e tutto ciò che ne consegue. Io ho aggiunto la possibilità di qualche tavolo fuori che non mi sembra uno scandalo. Ho interpretato estensivamente il provvedimento del governo? Forse”.

Nessun ritiro

Il punto, secondo il governatore, è che all’interpretazione del Dpcm data dalla Calabria ne seguirà presto una simile da parte dell’esecutivo: “Il problema adesso sarà di valutare insieme con il governo l’approccio con cui dobbiamo gestire questa seconda fase. La prima fase era una fase in cui la salute era ovviamente prioritaria, abbiamo chiesto e seguito tutti norme unitarie, a cui ci siamo adeguate, anche noi siamo stati una delle Regioni che ha assunto un atteggiamento più rigido nell’applicazione delle norme”. Al momento, ha detto la presidente della Calabria, siamo in una fase 2 differente da regione a regione, poiché difforme è l’incidenza del contagio: “Quello che chiedo è che il governo faccia la cornice generale delle norme, ci spieghi quali siano le precauzioni da adottare, poi il dettaglio lo lasci a chi sta sul territorio. Decidere se deve aprire il negozio di abbigliamento per bambini mi sembra una normativa di dettaglio che potrebbe essere lasciata”.

Zaia: “Il Veneto può aprire tutto”

Situazione non dissimile per il Veneto, dove il governatore Luca Zaia ha fatto sapere che nessuna delle ordinanze introdotte è in contrasto con il Dpcm. Anzi, ha spiegato, “vogliono portare un principio di buon senso e rispetto nei confronti del cittadino”. Nessun ritiro in vista quindi: “Non facciamo ordinanze per cercare prove muscolari o per buttarla in politica. A me sembra che il ministro Boccia, in rappresentanza del Governo, abbia compreso le nostre volontà; penso che per la quasi totalità delle misure oggetto di ordinanza ci sia la possibilità di dimostrare un allineamento col Dpcm per cui non le ritiriamo”. Posto che la presa di coscienza sul problema dalla parte dei cittadini è la pietra d’angolo di qualsiasi mossa di ripartenza, Zaia ha spiegato che “il Veneto può aprire tutto. Ovviamente su base solida di una certificazione che ci dà il Comitato scientifico. Ma noi potremmo, in linea di principio, affrontare qualsiasi tipo di apertura”.