Bankitalia: surplus corrente italiano sceso da 71 a 9 miliardi

E' quanto emerge dall'analisi "Bilancia dei pagamenti e posizione patrimoniale sull'estero" della Banca d'Italia

Bankitalia

Uno degli effetti della reazione energetica della Russia alle sanzioni comincia a farsi sentire anche sul piano dei conti nazionali, con l’Italia che vede assottigliarsi sempre più il surplus con l’estero, uno dei punti di forza ricostruito con fatica nel decennio dopo la grande crisi finanziaria. Gli ultimi dati della Banca d’Italia su “Bilancia dei pagamenti e posizione patrimoniale sull’estero” mostrano che il surplus corrente dell’Italia, nei dodici mesi a giugno 2022, è sceso a 9,2 miliardi di euro da 71,4 miliardi dello stesso periodo dell’anno precedente. Un peggioramento “quasi interamente dovuto alla riduzione dell’avanzo mercantile (15 miliardi, da 75), che continua a risentire del maggiore deficit energetico“.

Segno meno

Un calo che da qualche mese ha già portato il segno meno: nel solo mese di giugno il saldo di conto corrente registra un deficit di 1,112 miliardi, dopo gli 1,156 miliardi di rosso di maggio e il picco negativo di 5,71 miliardi registrato a gennaio 2022, dopo il boom dei prezzi energetici iniziato un anno fa. L’avanzo negli scambi di beni e servizi con l’estero, sorretto dall’export, più volte citato dal presidente del Consiglio italiano Mario Draghi come uno degli indicatori più solidi della ripresa post-pandemia, comincia insomma a soffrire perché il caro-gas e il caro-petrolio gonfiano il valore dell’import.

Inversione di tendenza

E la ricaduta inizia a invertire tendenza la posizione finanziaria netta sull’estero: “Nei dodici mesi terminanti in giugno 2022 – spiega Bankitalia – il conto finanziario ha registrato un aumento di attività nette sull’estero pari a 5,0 miliardi di euro (da 71,3 miliardi nello stesso periodo dell’anno precedente)”. Si tratta di uno dei parametri principali delle agenzie di rating per valutare la salute di un Paese e che era stato protagonista di una spettacolare ripresa per l’Italia dal 2014 in poi, arrivando a fare dell’Italia un creditore netto negli anni più recenti.