Incidente a Corso Francia, 5 anni e 4 mesi in appello per Pietro Genovese

Pena definitiva con il concordato tra il figlio del regista e la Procura generale capitolina. Disposto obbligo di dimora e permanenza domiciliare dalle 22 alle 7

Dopo un anno e sette mesi agli arresti domiciliari e una condanna a otto in primo grado con il rito abbreviato, la Corte d’assise d’Appello formalizza una pena di cinque anni e quattro mesi di reclusione per omicidio stradale plurimo nei confronti di Pietro Genovese, in relazione all’incidente in cui persero la vita le due studentesse Gaia von Freymann e Camilla Romagnoli la notta tra il 21 e il 22 2019  Corso Francia, a Roma.

La pena è diventata definitiva con il concordato, accolto dalla corte, tra il figlio del noto regista cinematografico e la Procura generale capitolina.

Obbligo di dimora

Nell’ordinanza i giudici della corte d’Assise di appello di Roma hanno disposto l’obbligo di dimora e la permanenza domiciliare dalle 22 alle 7 per Genovese, che si trovava ai domiciliari.

“Senso di giustizia”

Uno dei legali che assiste assiste la madre di Gaia, Franco Moretti ha espresso “soddisfazione per la sentenza pronunciata oggi dalla Corte di Appello di Roma nei confronti di Pietro Genovese, con la quale è stato confermato che la responsabilità del sinistro fu del solo Genovese e che la condotta di Gaia e Camilla fu irreprensibile“. Gli avvocati aggiungono, riporta Adnkronos: “La minima riduzione della pena non scalfisce in alcun modo il profondo e autentico senso di giustizia che entrambe le sentenze hanno saputo esprimere”.