Angelus, il Papa: “Il grido dei poveri risuona col grido della Terra”

Il Santo Padre invita gli uomini di buona volontà ad agire per la cura della casa comune. Ricordando che il grido del Pianeta è anche quello dei sofferenti

Papa Angelus poveri

Un frutto del Giubileo della Misericordia. La Giornata mondiale dei Poveri, ricordata da Papa Francesco al termine dell’Angelus domenicale in Piazza San Pietro, verte quest’anno sul tema: “I poveri li avete sempre con voi”. Un modo per ricordare che “l’umanità progredisce, si sviluppa, ma i poveri sono sempre con noi, sempre ce ne sono, e in loro è presente Cristo”. Nell’intenso momento di testimonianza e preghiera vissuto ad Assisi, può nascere un germoglio per infondere nei cristiani il coraggio della speranza. “Sono grato per le tante iniziative di solidarietà che sono state organizzate nelle diocesi e nelle parrocchie in tutto il mondo”, ha ricordato il Papa. Senza dimenticare che “il grido dei poveri” è “unito al grido della Terra”. Lo stesso che è risuonato in questi giorni nel vertice sul cambiamento climatico di Glasgow, che impone alle forze politiche, economiche e a tutte le persone di buona volontà “a esercitare la cittadinanza attiva per la cura della casa comune”.

Davanti ai poveri e a noi stessi

Due temi che non sono scollegati. E lo ricorda il passo evangelico odierno, aperto da una frase forte di Gesù: “Il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo”. Un modo per farci capire “che tutto in questo mondo, prima o poi, passa. Anche il sole, la luna e le stelle”. Ciò che non passerà, dice, saranno le sue parole: “È un messaggio per noi, per orientarci nelle nostre scelte importanti della vita, per orientarci su che cosa conviene investire la vita”. Non su ciò che è transitorio ma su ciò che veramente resta. “Siamo tentati di aggrapparci a quello che vediamo e tocchiamo e ci sembra più sicuro. È umano, la tentazione è quella. Ma è un inganno”. L’invito è a “non costruire la vita sulla sabbia” ma a fondarla sulla roccia, “sulla fermezza della parola di Gesù”.

Costruire sulla roccia

Ma cos’è che dà solidità alla vita senza aver mai fine? La carità, come dice san Paolo: “Chi fa il bene investe per l’eternità. Quando vediamo una persona generosa e servizievole, mite, paziente, che non è invidiosa, non chiacchiera, non si vanta, non si gonfia di orgoglio, non manca di rispetto, questa è una persona che costruisce il Cielo in terra”. Nell’invisibilità, senza far notizia, tutto quello che farà non andrà perduto. Per questo dobbiamo domandarci su cosa stiamo investendo la nostra vita: “Siamo attaccati alle cose terrene, come se dovessimo vivere qui per sempre?”. Un consiglio per le scelte importanti, conclude Papa Francesco: “Prima di decidere, immaginiamo di stare davanti a Gesù, come alla fine della vita, davanti a Lui che è amore. E pensandoci lì, al suo cospetto, alla soglia dell’eternità, prendiamo la decisione per l’oggi”. Nell’agire per i poveri e per la nostra vita.