Alemanno assolto dall’accusa di corruzione. L’ex sindaco di Roma: “La fine di un incubo”

I giudici della Suprema Corte hanno invece trasmesso alla Corte d'Appello gli per rideterminare la pena in relazione al traffico di influenze per lo sblocco dei pagamenti Eur Spa

In terzo grado di giudizio le toghe della Corte di Cassazione hanno assolto l’ex primo cittadino della Capitale Gianni Alemanno dall’accusa di corruzione. Confermata inoltre la responsabilità nel reato di finanziamento illecito, dichiarata prescritta l’ipotesi di corruzione in relazione ai pagamenti dei debiti di Ama. I giudici della Suprema Corte hanno invece trasmesso alla Corte d’Appello gli per rideterminare la pena in relazione al traffico di influenze per lo sblocco dei pagamenti Eur Spa.

Il sostituto procuratore generale Perla Lori aveva chiesto la conferma della condanna a se anni di reclusione.

Le sue parole

“La fine di un incubo durato sette anni, e che obiettivamente poteva essere evitato. Mi sono ritrovato prima mafioso e poi corrotto, adesso rimane un piccolo traffico di influenze che sarà la Corte di appello a giudicare. Questa sentenza ridimensioni questa vicenda: non c’è più corruzione, non c’è più quel fango che mi era stato tirato addosso”, ha dichiarato Alemanno.

Gli avvocati

“Non possiamo che dirci soddisfatti dell’esito del ricorso che ha annullato tutte le ipotesi di corruzione“, hanno detto i legali dell’ex sindaco Cesare Placanica e Filippo Dinacci. Lo riporta LaPresse. “La sentenza impugnata non prendeva atto di quanto già aveva statuito sulla vicenda dalla Corte di Cassazione e soprattutto non considerava che il sindaco Alemanno, al di là del coinvolgimento, solo tramite Panzironi, in alcune specifiche e, a nostro modo di vedere, lecite vicende, era stato giudicato completamente estraneo alle contestazioni di associazione ipotizzate dalla Procura, peraltro solo in parte riscontrate dalle sentenze che si sono occupate della intera vicenda” hanno aggiunto, scrive sempre  LaPresse.