Afghanistan, al G7 gli USA confermano la deadline. I talebani: “Non prolungheremo la scadenza”.

Decisione opposta del Canada rispetto a quella dei "vicini" Stati Uniti. Il portavoce dei miliziani Zabihullah Mujahid ha dichiarato che è stato chiusa la strada per l'aeroporto di Kabul ma l'accesso resta consentito agli stranieri. Il titolare della Difesa e quello degli Esteri di nuovo in aula il 7 settembre per un'informativa di aggiornamento

Gli Stati Uniti rispetteranno la deadline del 31 agosto per l’evacuazione dall’Afghanistan tornato in mano ai talebani dopo vent’anni, è quanto emerso dal G7 straordinario convocato dal primo ministro britannico Boris Johnson. Nella stessa giornata, con un nuova conferenza stampa uno dei portavoce delle milizie del Paese asiatico prova a far passare un messaggio di normalità – “non diamo la caccia a nessuno” – e torna a sottolineare la posizione della sua parte: “Hanno avuto tutte le opportunità e tutte le risorse per portare via tutte le persone che appartengono a loro. Noi non prolungheremo la scadenza“. Intanto sono stati sentiti in audizione di fronte alle commissioni Affari esterni e Difesa di Camera e Senato il ministro della Difesa Lorenzo Guerini e il titolare degli esteri Luigi Di Maio, che torneranno in aula per un’informativa il 7 settembre alle 12. La Banca mondiale sospende gli aiuti a Kabul, come già deciso alcuni giorni fa dal Fondo monetario internazionale.

Il vertice

Secondo fonti dell’amministrazione statunitense citate dai media, scrive Ansa, il presidente americano Joe Biden nel corso del G7 ha confermato la data prevista per il ritiro definitivo degli Stati Uniti dall’Afghanistan, il 31 agosto. Decisione opposta quella assunta dal suo “vicino di casa”, il premier canadese Justin Trudeau, il quale avrebbe informato che il suo Paese è disposto a restare in Afghanistan anche dopo la deadline.

“Sarà necessario garantire la sicurezza dell’aeroporto per tutto il tempo necessario per completare le operazioni. E’ una delle questioni che abbiamo sollevato con gli Usa e gli altri partner”, ha detto il presidente del Consiglio europeo Charles Michel.

Il presidente del Consiglio italiano Mario Draghi avrebbe evidenziato la necessità di  “mantenere un canale di contatto anche dopo la scadenza del 31 agosto e la possibilità di transitare dall’Afghanistan in modo sicuro”. Il capo del nostro esecutivo avrebbe inoltre parlato di “un approccio coordinato e comune” sul tema dell’immigrazione. “Dobbiamo compiere sforzo enormi su questo”.

Draghi, secondo quanto si apprende, avrebbe concluso dicendo che per raggiungere tali obiettivi “il G7 debba mostrarsi unito anche nell’aprire relazioni con altri Paesi“. “In questo – ha detto il presidente italiano – il G20 può aiutare il G7 nel coinvolgimento di altri Paesi che sono molto importanti perché hanno la possibilità di controllare ciò che accade in Afghanistan: la Russia, la Cina, l’Arabia Saudita, la Turchia e l’India”

La conferenza

“Non inseguiamo nessuno, non abbiamo nessuna lista e non ci sono stati incidenti in nessuna parte del Paese. Vogliamo portare pace e sicurezza“, ha detto il portavoce dei talebani Zabihullah Mujahid. Intanto è stata chiusa la strada per l’aeroporto di Kabul, per cui “gli afghani non possono più andare lì”, anche se non è stato bloccato l’accesso “agli stranieri”. Mujahid ha motivato la decisione adducendo motivi di sicurezza: “Abbiamo impedito ai cittadini afghani di recarsi lì perché c’è pericolo di perdere la vita a causa della calca. Gli americani stanno facendo qualcosa di diverso, quando c’è la calca sparano, e la gente muore. Noi vogliamo che gli afghani siano al sicuro”.

La deadline

Sulla data entro cui completare il ritiro delle forze occidentali, prevista dagli Stati Uniti per il 31 agosto ma anche alcuni degli alleati vorrebbero protrarre per consentire le operazioni di evacuazione, il portavoce dei taliban ha dichiarato: “Io non credo che prolungheremo la scadenza, il 31 agosto è un piano che hanno previsto gli Stati Uniti, hanno avuto tutte le opportunità e tutte le risorse per portare via tutte le loro persone. Noi non prolungheremo la scadenza”.

Le donne

Per quanto riguarda la condizione delle donne afghane, che al momento non possono andare al lavoro, Mujahid ha detto che “in questo momento è per il loro bene, per impedire maltrattamenti“. In merito agli scontri con alcune sacche di resistenza, come nella provincia di Panshir, il portavoce ha affermato che “la nostra politica è di finire la guerra in questo Paese, cerchiamo di parlare alla popolazione del Panshir” Ha poi così concluso: “Per l’80% la situazione è sotto controllo e vi possiamo rassicurare”.

L’audizione di Guerini e Di Maio

“Oggi le drammatiche immagini che giungono dall’Afghanistan suscitano in tutti noi profonde emozioni e la sensazione di una pesante sconfitta dopo due decenni di sforzi dell’intera comunità internazionale”, ha detto il ministro della Difesa italiano di fronte alle commissioni Affari esteri e Difesa riunite. Guerini ha dichiarato che “quest’oggettiva debacle dovrà essere analizzata nelle diverse sedi, a partire da quelle dell’Alleanza, al fine di valutarne la cause e i fattori”.

Il ministro ha fornito anche i numeri delle persone messe in sicurezza nel corso delle recenti operazioni italiane: “Ad oggi sono stati messi in sicurezza 3.741 afgani di cui, attraverso l’esecuzione di 44 voli, sono stati trasferiti in Italia 2659 afgani. Di questi il 38% sono uomini, il 30% donne e il 32% bambini. Le restanti 1082 persone sono in volo o dislocate presso la staging area italiana dell’aeroporto di Kabul in attesa di essere imbarcati”. Guerini ha anche illustrato come si tratti di “nuclei familiari, provenienti da Herat e Kabul, costituiti da collaboratori a vario titolo delle istituzioni italiane, attivisti dei diritti umani e dei diritti delle donne, giornalisti, membri delle istituzioni e collaboratori delle organizzazioni non governative italiane presenti sul territorio”.

Il ministro degli Esteri Di Maio nel corso dell’audizione ha parlato dell’idea di un “G20 piattaforma multilaterale per la gestione responsabile e coordinata delle sfide globali”, superandone “l’originaria dimensione meramente economica”. “Stiamo pertanto lavorando all’ipotesi di un Vertice ad hoc per promuovere un dibattito approfondito sull’Afghanistan e per ampliare in maniera significativa il sostegno internazionale all’approccio comune messo a punto con i Paesi like-minded“, ha aggiunto il ministro.

I due ministri saranno di nuovo in Aula tra circa un paio di settimane per un’informativa di aggiornamento. “Il Parlamento ha seguito fin dall’inizio tutte le drammatiche fasi della vicenda afghana attraverso il lavoro costante del Copasir e delle Commissioni Difesa ed Esteri. Oggi ho convocato la Conferenza dei Capigruppo del Senato nella quale si e’ deciso che i Ministri Di Maio e Guerini verranno in Aula il 7 settembre alle ore 12 per una informativa di aggiornamento”, ha detto il presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati.