Accadde oggi: nel 1964 il primo viaggio aereo di un donna intorno alla terra (AUDIO)

La passione per il viaggio e l'amore per la scoperta nel racconto di Federico Ghelli per Interris.it

Nel 1964 un donna circumnaviga per la prima volta la terra per via aerea, al sol ricordo torna sulla pelle un brivido, l’emozione del viaggio, l’adrenalina dell’affrontare esperienze al limite del possibile. Quante volte si sognano viaggi di questo tipo? Programmare viaggi è forse l’espressione più affascinante che esista della cultura umana, l’anteprima di quel dolce retrogusto che ogni viaggio lascia dopo averlo vissuto. Interris.it ha incontrato Federico Ghelli, il più giovane italiano, il terzo nella storia del bel paese, ad aver fatto l’intero percorso dell’Appalachian Trail, un sentiero escursionistico che percorre la catena degli Appalachi, sulla costa orientale degli Stati Uniti d’America. Cinque mesi di cammino, dal 4 aprile al 18 agosto 2018, per affrontare un percorso lungo circa 3.510 chilometri , collega il monte Springer, nella foresta nazionale di Chattahoochee-Oconee, in Georgia, al monte Katahdin nel Parco statale Baxter, nel Maine.

Federico oggi ha 28 anni ed è Social Media Manager per Dazn, ma non perde mai il suo lato di ‘piccolo esploratore’. “Viaggiare ha sempre avuto un ruolo centrale nella mia vita, sin da bambino. Durante la mia infanzia ho viaggiato molto con i miei genitori e poi crescendo ho continuato a coltivare questa passione. Devo alla mia famiglia in particolare l’amore per i viaggi non convenzionali“.

Come ti sei preparato per questo lungo viaggio?
“Fortunatamente una vita trascorsa facendo sport mi ha dato in dote una buona base atletica per intraprendere questa avventura. Nonostante ciò, nei 2/3 mesi precedenti la partenza ho cercato di fare diverse uscite in montagna portando sulle spalle tutta l’attrezzatura per il viaggio. Ma la preparazione più importante è stata fatta leggendo e documentandomi il più possibile sul sentiero e le sue caratteristiche”.

                                                                                                                                Cosa ha significato per te affrontare un viaggio così lungo?
“Sicuramente una sfida con me stesso senza precedenti. Mi ha fatto capire che i limiti esistono solamente quando siamo noi stessi ad imporceli. Mentalmente è un’esperienza che ti cambia, infatti mi ha aiutato a capire che basta veramente poco per star bene ed essere felici, anche rinunciando a molti comfort”.
Come hai affrontato, soprattutto psicologicamente, i momenti di debolezza?
“I momenti difficili sono stati molti ma dentro la mia testa mi ripetevo continuamente che avrei continuato, non importa quali problemi mi sarei trovato davanti. Soprattutto dopo aver passato la metà del sentiero, incontravo molta gente che si lamentava però continuava a camminare. Io invece mi sono sempre promesso di non lamentarmi mai della difficoltà, perché in fin dei conti se ero lì era per mia scelta”.
 
La tua famiglia ti ha sostenuto in questa scelta?
“Il supporto della mia famiglia è stato costante, dal giorno che ho annunciato la mia decisione. Soni fortunato ad avere dei genitori che mi supportano nonostante la ‘pazzia’ delle mie idee. A loro basta sapere che le mie decisioni sono prese in modo consapevole e che sono felice nell’affrontare il percorso che intraprendo”.
Com’è stato arrivare alla fine e qual è stata la prima cosa che hai fatto?
“L’ultimo giorno di cammino è stato anche uno dei più duri e intensi. Il tempo era pessimo e ho dovuto letteralmente scalare una montagna con raffiche di vento che arrivavano da tutte le parti, non proprio l’ideale insomma. Ma pensandoci a posteriori è stato perfetto così: un finale epico per un’avventura epica. Nell’ultimo chilometro mi sono passati davanti tutti i momenti di quasi 5 mesi nella natura selvaggia e una volta arrivato davanti al cartello che indicava la fine ho iniziato a piangere come un bambino”.
Prossimo obiettivo?
“Nell’ultimo anno e mezzo mi sono stabilito a Milano, ho trovato lavoro e in qualche modo sono tornato a una vita ‘normale. Ovviamente però, non potendo stare senza un progetto estremo fra le mani, ho deciso di cimentarmi nel triathlon e partecipare ad un Ironman,
obiettivo che ho raggiunto lo scorso settembre a Cervia dopo un anno di preparazione intensa. Una volta finito, sono rimasto affascinato da quel mondo e quindi ho deciso di continuare a partecipare a gare Ironman, ma con ancora più impegno, per provare ad ottenere risultati importanti”.