Il 2023 a crescita zero. L’allarme di Confindustria

Gli economisti di via dell'Astronomia avvertono che si tratta di un'emergenza nazionale e che interventi tamponi non saranno sufficienti

“Lo shock energetico abbatte le prospettive di crescita“, avverte il Centro studi di Confindustria che vede il Pil 2022 in crescita del 3,4% ma un 2023 a crescita zero: “L’Italia cade in stagnazione” e con “un’inflazione record”. Il Pil italiano “dopo una dinamica positiva nella prima metà del 2022 subisce un aggiustamento al ribasso tra fine anno e inizio 2023, poi recupera piano. La crescita 2022 (+3,4%) è già tutta acquisita ed è molto superiore a quella che si prevedeva sei mesi fa. Per il 2023, invece”, nell’analisi degli economisti di via dell’Astronomia “c’è una forte revisione al ribasso rispetto allo scenario di aprile (-1,6 punti) che porta alla stagnazione in media d’anno”.

L’emergenza nazionale

Abbiamo di fronte uno scenario economico “complesso, un po’ fosco, zavorrante”, dice la dg di Confindustria, Francesca Mariotti, presentando le previsioni economiche di autunno del centro studi di Confindustria. “Siamo alle porte dell’insediamento di un nuovo Governo che dovrà fare i conti con una vera emergenza nazionale. Questa è una emergenza nazionale, non riguarda più solo imprese e industria, riguarda tutti”, avverte: “Interventi tamponi non saranno sufficienti e neanche più tanto possibili: abbiamo una incertezza di tempi: quanto durerà? Certamente non poco. Una emorragia di risorse pubbliche non possiamo permettercela“.

Il tasso di disoccupazione e i costi energetici

Il tasso di disoccupazione è atteso in aumento all’8,1% in media nel 2022 e all’8,7% nel 2023. L’inflazione ora su livelli “record” nelle previsioni del CsC per il 2022 “in media, si assesterà al +7,5% (da +1,9% nel 2021)” mentre “nel 2023, è attesa in discesa, ma ancora elevata, al +4,5% in media”. “I costi energetici delle imprese italiane sono stimati aumentare di 110 miliardi di euro nella media del 2022, per il totale economia, rispetto ai valori pre-pandemia”, stima il Centro studi di Confindustria. “L’incidenza dei costi energetici sul totale sale da 4,6% a 9,8%, livelli insostenibili, ai quali corrisponde, nonostante un rialzo dei prezzi di vendita eterogeneo per settori, una profonda riduzione dei margini delle imprese”, avvertono gli economisti di via dell’Astronomia. Il prezzo del gas frena la crescita ma “se si riuscisse a imporre un tetto di 100 euro al prezzo, il Pil guadagnerebbe l’1,6% nel biennio”.