Salvini: “Anticipare la manovra all'estate”

All'Unione europea gli italiani stanno regalando decine di miliardi (e sangue) da anni, adesso basta. La Lega vuole anticipare la manovra economica all'estate, non c'è tempo da perdere”. Lo dichiara il leader della Lega Matteo Salvini. Che già questa mattina aveva fatto sentire la sua voce sulla questione sindacale, rivolgendosi direttamente alle tre principali sigle del Paese: “Entro luglio li inviterò al Viminale, con altri rappresentanti del lavoro, del commercio, dell'impresa e dell'agricoltura per confrontarci e ragionare insieme sulla prossima manovra econominca”. Parole che lasciano intravedere più di qualche dubbio sulla stabilità dell'attuale esecutivo e allo stesso tempo danno una spallata all'alleato 5stelle Di Maio, peraltro ministro del Lavoro. Sullo sfondo pende anche la decisione della Commissione europea sulla possibile procedura di infrazione per debito eccessivo, prevista per il prossimo 9 luglio.

Le richieste di Salvini

Il ministro dell'Interno tenta l'accelerata: muoversi subito sulla legge di bilancio che nei suoi piani dovrebbe includere anche la Flat-tax. Come ha annunciato lui stesso ieri: “Per realizzarla servono almeno 10 miliardi, altrimenti saluto e me ne vado”. L'obiettivo di Salvini è quello di lavorare a quello “choc fiscale” per non “dare il sangue all'Europa”. L'abbassamento della pressione fiscale per il leader della Lega è una conditio sine qua non per proseguire nell'attuale compagine governativa. 

Il confronto con Conte 

Una mossa non concordata con gli alleti grillini. Tanto che il premier Giuseppe Conte, ieri in visita al Gran Sasso, si era mostrato prudente. “La situazione è molto delicata ma sono fiducioso, in un approccio costruttivo di tutte le parti che siedono intorno al tavolo per evitare una procedura di infrazione che farebbe male all'Italia”, ha ribadito il presidente del Consiglio dei Ministri. Posizione già espressa venerdì nella conferenza stampa conclusiva del Consiglio europeo, di Bruxelles.

L'affondo di Di Battista

Inutile dire che l'improvvisa sterzata salviniana abbia creato perlomeno dissenso all'interno dei pentastellati. In mattinata è intervenuto nel dibattito anche l'ex deputato Alessandro Di Battista: “Il governo dura? Non lo so: perché vedo Salvini che provoca tutti i giorni. E sono convinto che nella sua logica ci sia l’idea di mandare tutto all’aria per mero tornaconto personale”. Un'accusa piuttosto specifica a chi, secondo lui, “ogni giorno si 'berlusconizza di più', anche se precisa: “A Salvini mandai un messaggio prima della formazione del governo e gli dissi 'Molla Berlusconi' che possiamo fare un sacco di cose. Per cui il mio non è un attacco personale a Salvini. Vorrei che attaccasse i poteri forti e decidesse di stare dalla parte degli italiani”.

L'invasione di campo

Ma il confronto si allarga anche al collega vicepremier Luigi Di Maio, chiamato in un certo modo in causa dal momento che, nella giornata di ieri, Salvini aveva fatto sapere, rivolgendosi ai sindacati, che “entro luglio li inviterò al Viminale, con altri rappresentanti del lavoro, del commercio, dell’impresa e dell’agricoltura per confrontarci e ragionare insieme sulla prossima manovra economica”. Un'invasione di campo a cui Di Maio non ha replicato direttamente, limitandosi a rispondere a chi lo criticava per la sua presunta poca presenza nelle piazze a differenza del collega del Carroccio: “Ho fatto 10mila chilometri in un mese – spiega in una audio riportato da Fanpage -, perché fino al mese prima abbiamo lavorato nei ministeri a tambur battente. Mi dicevano, ma com’è che quello (Salvini, ndr) sta in ogni Comune e tu non ci sei mai? Poi abbiamo scoperto che usava gli aerei di Stato. Ma se qualcuno pensa che dobbiamo cominciare a fare i voti con quella roba là, noi l’abbiamo lì ucciso il Movimento”

Il prossimo Consiglio dei Ministri

La probabile resa dei conti fra i due alleati di governo andrà in scena mercoledì prossimo a Palazzo Chigi, dove il ministro dell'Economia Giovanni Tria porterà la legge di assestamento di bilancio. A questa si dovrebbe accompagnare la proposta di destinare i 3 miliardi di risparmi da reddito di cittadinanza e quota cento al taglio del deficit. È proprio questo il nocciolo della questione, nel senso che un atto di legge che cambi la destinazione di quelle risorse sarebbe definita come una “manovrina”. E anche perché lo stesso Matteo Salvini potrebbe imprimere l'accelerazione decisiva per far saltare il governo