Fiano (Pd): “No al passato dei confini, del filo spinato e delle guerre in Europa”

Aotto giorni dalle elezioni europee In Terris ha avuto un lunga chiacchierata con Emanuele Fiano. Il deputato di spicco del Pd, nato a Milano 56 anni fa, ha tracciato il quadro sull’imminente tornata elettorale raccontando “il pericolo che corre l’Italia e il continente”. Un’analisi approfondita e a tutto tondo: dal fenomeno migratorio al tema sicurezza, passando per la proposta di legge sul nuovo articolo 293 bis del codice penale e la recente richiesta di archiviazione per Fredy Pacini.

 

Qual è la visione europea del Partito Democratico?
“La nostra idea prima di tutto è che l’unione fa la forza. Nessun Paese, con la dimensione di quelli europei, può resistere ai cambiamenti globali. Dobbiamo concepire l’Unione europea, una comunità formata da 500 milioni di individui, come una possibilità che abbiamo di fronte ai grandissimi mutamenti che sono in corso. Ciò è testimoniato dal fatto che solo il 10% dei bambini che va in prima elementare farà un lavoro da grande che noi, oggi, conosciamo. Le Corporation statunitensi – Amazon, Facebook, Apple e Google – hanno trasformato il nostro mondo. Dunque serve un’Unione europea forte, capace di interpretare le novità”.

Come sta il partito da quando c’è il nuovo segretario Zingaretti?
“Viviamo un momento di coesione. L’ex leader Renzi ha più volte detto: “Siamo tutti impegnati perché il PD abbia un buon risultato alle elezioni europee”. E’ la miglior testimonianza che ci si può dividere nei congressi e mantenere all’interno visioni diverse: perché noi siamo un partito pluralista, ma nonostante ciò cerchiamo sempre le migliori soluzioni per risolvere i problemi del Paese. Io stesso non ho votato per il segretario Zingaretti, ma siamo un partito, una comunità umana. Insieme stiamo notando un grande rischio per l’Italia e l’Europa”.

Quale?
“L’avanzata delle forze sovraniste e populiste. Certi segnali vanno combattuti: Orban ha accolto Salvini su una torretta militare, recintata dal filo spinato, e poi Salvini con il cannocchiale ha cercato il nemico. In realtà al di là di quel filo spinato non c’è nessun nemico. E’ stato messo per i migranti, una vicenda che ci deve far rendere conto che loro vogliono tornare indietro. Se il futuro viene presentato come peggiore del presente, ci sarà sempre qualcuno che tira fuori il passato e lo dipinge come migliore. Ma noi al passato dei confini, del filo spinato e delle guerre in Europa non vogliamo tornare”.

Di recente ha fatto un appello al Movimento 5 stelle affinché voti la sua proposta di legge sul nuovo articolo 293 bis del codice penale che disciplina la propaganda nazifascista. Che segnali ha avuto?
“L’ho fatto ma non ero molto ottimista, infatti fino ad adesso non ricevuto alcuna risposta. Ritengo che sia sotto gli occhi di tutti che purtroppo si vanno sdoganando nella nostra società certe idee, come è successo al Salone del Libro di Torino. Dove una persona ha detto: “L’antifascismo è il male di questo Paese”. Dunque una negazione profonda dei valori della nostra Costituzione. Un fenomeno in crescita, come la sensazione di impunità per queste persone. Il problema, però, non è la parola fascismo: perché non credo che la storia si ripeta uguale, il cuore della questione è cosa porta con sé un’idea. E questa è foriera di valori disumani e discriminazione. Nell’ultimo periodo mi ero illuso che il M5s avesse fatto della matrice anti fascista della Costituzione un elemento di diversificazione con la Lega di Salvini. Per questo ho pensato che avrebbero risposto al mio appello. Così non è stato, vedremo gli sviluppi”.

Per Fredy Pacini, gommista che lo scorso novembre ha sparato e ucciso il ladro che era entrato nella sua attività, la Procura di Arezzo ha chiesto l’archiviazione, usando la vecchia norma della legittima difesa. Dunque quella approvata dal governo è superflua?
“Eminenti costituzionalisti hanno già detto che questa norma non avrà alcuna efficacia. Ritengo che il principio contenuto nella nuova legge sia pericoloso. Infatti prevede che esista una condotta umana, cioè la legittima difesa stessa, che all’interno del codice penale non necessiti del giudizio terzo di un magistrato. Come si è visto in questa occasione, nonostante tutti gli sforzi di Salvini, l’esercizio di un magistrato serve. E poi un caso non fa giurisprudenza”.

Secondo lei il decreto sicurezza bis è utile per catalogare e fermare i complici dei trafficanti? Cosa ne pensa delle ONG in mare?
“Ritengo che il comportamento delle ONG vada regolamentato: come ha fatto il ministro Minniti che prendeva accordi per stabilire il loro intervento. Pensare, invece, che le organizzazioni umanitarie non possano cercare di salvare vite umane secondo me è una follia. Il decreto sicurezza bis, di fronte ai terribili eventi luttuosi che hanno coinvolto Napoli e Manduria, pensa di risolvere il problema dei migranti in mare facendo le multe ai responsabili. Ciò la dice lunga sul fatto che Salvini continui a fare una campagna elettorale permanente”.