“Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati”

«Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore»
«Si praecepta mea servaverĭtis, manebĭtis in dilectiōne mea»

Festa di San Mattia Apostolo – Gv 15,9-17

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.

Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri”.

Il commento di Massimiliano Zupi

Il vangelo è caratterizzato dal passaggio dalla schiavitù della legge alla libertà dei figli di Dio (Gal 5,1): dal passaggio cioè dall’osservanza di precetti scritti su tavole di pietra al fuoco che infiamma i cuori di carne (Ez 11,19; 2 Cor 3,3). Un simile trapasso è efficacemente sintetizzato da una celebre frase di sant’Agostino: «Dilĭge, et quod vis fac», «Ama, e fa’ quello che vuoi», (Commento alla Prima Lettera di Giovanni 7,8). Ebbene, rispetto a tutto ciò, l’affermazione di Gesù stupisce: ordina infatti di osservare i suoi comandamenti; proprio in questo viene fatto consistere l’amore. Forse dunque che il comandamento nuovo, l’amare come egli ci ha amati, torna ad essere una mera osservanza di precetti? Certamente no. Il fatto però è che l’amore di cui parla Gesù non consta innanzitutto di sentimenti né tanto meno di parole; è frutto piuttosto di opere ed azioni: si manifesta nel dare la propria vita per coloro che si amano, nel lavare loro i piedi (Gv 13,14), nel servirli (Mc 10,43). Osservare i comandamenti non allude ad un elenco di norme, ad una casistica di precetti: è tuttavia un invito ad amare con i fatti e non a parole (1 Gv 3,18). Pieno compimento della Legge è l’amore (Rm 13,8.10), sì: ma solo nel servizio concreto l’amore diventa credibile.