“Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei”

«Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra»
«Iesus autem inclīnans se deorsum digĭto scribēbat in terra»

Quinta Settimana di Quaresima – Lunedì – Gv 8,1-11

In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».

Il commento di Massimiliano Zupi

Gesù siede nel tempio ed insegna al popolo. Egli è il maestro della nuova Legge. Farisei e scribi entrano e portano con sé una donna colta in flagrante adulterio, per lapidarla secondo quanto insegnato da Mosè: essi sono i depositari dell’antica Legge. Ed ecco, Legge antica e nuova si incontrano: cosa accadrà? Anche Gesù condannerà la donna, come avrebbe fatto Mosè?

Chinatosi, scrive con il dito per terra. Il dito di Dio scrisse le due tavole di pietra consegnate a Mosè (Es 31,18). Il dito di Gesù ora scrive la nuova Legge, non scolpendola sulla pietra però, ma per terra: il testo della Legge è il medesimo, ma un soffio di vento potrà cancellare tutto. La donna ha commesso un adulterio: se tutta la Legge si riassume nell’unico comandamento dell’amore, ella allora ha trasgredito l’intera Legge. L’amore infatti o è fedele o non è amore: è rea di morte, perché ha rinnegato l’amore, principio della vita. Gesù tuttavia non la condanna: la misericordia di Dio, come risacca del mare, cancella quanto era stato scritto con il dito sulla sabbia. La Legge di Mosè era stata scritta sulla pietra: essa stessa si trasforma in pietre pronte a lapidarci, per punire la nostra incapacità di osservarla. La Legge comanda di amare: in quanto norma, essa stessa è uno sguardo esterno che giudica e condanna, e non ama; dà morte, non vita. La nuova Legge invece è scritta sulla carne: sulla carne di Gesù. Non è più una norma che condanna dall’esterno, bensì una persona che ama con tutto sé stesso. Amando, cioè perdonando e prendendo su di sé, Gesù scrive la Legge con il suo dito: non sulla pietra però, ma nel nostro cuore. Se la Legge è una norma, l’applico agli altri e la uso per giudicarli. Se la Legge è una persona che mi ama e dà la sua vita per me, l’applico solo a me e la uso per espormi e chiedere perdono: io stesso allora divento la lettera della Legge, scritta non sulla pietra, ma nella mia carne dalla carne di Cristo (2 Cor 3,3).