Alitalia, preaccordo tra azienda e sindacati: la parola passa ai dipendenti

Svolta nella vertenza Alitalia. Al termine di una lunga maratona è stato raggiunto un preaccordo tra l’azienda e i sindacati. L’intesa sarà però valida solo se approvata dai lavoratori con apposito referendum.

Se il risultato della consultazione sarà positivo, condizione per ottenere le risorse dai soci bancari, come ha assicurato il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda, “lo Stato italiano attraverso Invitalia potrà dare una garanzia se le cose dovessero andare male nel 2018″, altrimenti “tutti i costi finirebbero sullo Stato“, e si tratta di “più di un miliardo“.

La pre-intesa – come è scritto nel verbale messo a punto nella notte al Mise – prevede oltre alla riduzione degli esuberi e al minor taglio degli stipendi per il personale di volo, la necessità di accelerare la crescita dei ricavi, in particolare inserendo nuovi aerei per il lungo raggio. Per quanto riguarda gli esuberi, la riduzione avviene attraverso: superamento del progetto di esternalizzazione nelle aree di manutenzione e altre aree; ricorso alla cigs entro maggio 2017 per due anni; l’attivazione di riqualificazione e formazione; misure di incentivazione all’esodo; miglioramento della produttività ed efficienza con rinvio in azienda entro maggio 2017 per la definizione.

Per quanto riguarda il personale navigante, poi, sono previsti: scatti di anzianità triennali con primo scatto nel 2020; tetto all’incremento retributivo in caso di promozione pari al 25%; per i neo assunti applicazione del contratto Cityliner; riduzione dei riposi annuali da 120 a 108; esodi incentivati dei piloti e assistenti di volo; prosecuzione della solidarietà fino al la scadenza prevista per legge, 24 settembre 2018.

Come premessa nel verbale, si legge che l’azienda attraversa una crisi economico-finanziaria, che un gruppo di azionisti e finanziatori propone una ripatrimonializzazione dell’azienda per circa 2 miliardi di cui 900 come nuova finanza, che il cda ha approvato un piano che prevede crescita dei ricavi e una significativa riduzione dei costi di cui circa un terzo riferito al costo del lavoro e che l’immissione di risorse finanziarie è propedeutica al rilancio della società.