Il governo giallo-verde tende la mano ad Orban

A Palazzo Chigi il colore prevalente sembra essere il verde più che il giallo. Almeno su un tema, cioè sulla solidarietà nei confronti dell'Ungheria del sovranista Viktor Orban, il governo dà l'impressione di avere una decisa trazione leghista. Oggi alla Camera i due alleati hanno votato una mozione che impegna il governo ad attivarsi affinché il “Consiglio dell’Unione europea accerti i motivi che si ritiene siano all’origine della procedura” avviata dall’Europarlamento “e, nel caso non fossero più validi, affinché sia chiusa celermente la procedura stessa, in quanto infondata”. Poche settimane fa, quando a Bruxelles è stata votata la risoluzione, Lega e M5s si sono divisi: il Carroccio ha solidarizzato con Budapest esprimendo la propria contrarietà, mentre i pentastellati hanno condiviso la posizione dell'Ue sulla violazione dei diritti umani in Ungheria ed hanno inoltre rilevato, in una nota: “Orban non ha nessuna intenzione di collaborare con il Governo italiano e non intende far la sua parte sul tema dell'immigrazione“.

Il voto e il “giallo” degli assenti

Ora però, la frattura su questo tema appare risanata, almeno in parte, perchè alla maggioranza sono mancati 73 voti:  a fronte di 346 deputati in 273 hanno votato a favore della mozione firmata dai due capigruppo di M5s e Lega Francesco D’Uva e Riccardo Molinari. I contrari sono stati 234 su 507 presenti. Fonti parlamentari di maggioranza – come riporta Il Fatto Quotidiano – spiegano il fatto che un nutrito gruppo di deputati fosse in missione: tra questi – oltre ai componenti del governo – coloro che hanno composto la delegazione (formata da tutti i partiti) che ha seguito il presidente del Consiglio Giuseppe Conte all’Onu a New York.

“M5s come destra sovranista e conservatrice”

Mastica amaro in bocca il Partito Democratico, la cui mozione contraria a quella Lega-M5s è stata bocciata (così come quelle, di spirito diverso, di Forza Italia e Fratelli d'Italia). “Siete politicamente e culturalmente uguali alla Lega – ha detto Piero De Luca rivolto ai banchi del M5s –. Rappresentate la destra sovranista e conservatrice. Noi siamo convintamente all’opposizione anche culturalmente in Parlamento e nel Paese. Perché avete cambiato idea sul voto dei vostri colleghi cinquestelle al Parlamento Ue?”. La risposta 5stelle arriva dalla deputata Rosalba De Giorgi, che afferma: “L'Ue impone un modello economico liberista, Macron fa il solidale con i porti degli altri, Orban fa parte del Partito popolare europeo (Ppe) come la Merkel. La violazione dei valori fondanti da parte di uno Stato membro non può essere ignorata. Il Consiglio europeo valuti la fondatezza delle sanzioni, l'Ungheria collabori“.

Scontro Boldrini-Meloni

Il dibattito in Aula ha prodotto anche un diverbio tra Laura Boldrini (Leu) e Giorgia Meloni (FdI). L'ex presidente della Camera ha affermato: “State isolando l'Italia, portandola verso il gruppo di Visegrad. Il nostro voto non é contro l'Ungheria, un Paese che ha sofferto decenni di dittatura comunista“. Tra i banchi di FdI si è rumoreggiato, poi ha preso la parola la Meloni per denunciare una “aggressione politica e ideologica” all'Ungheria e per dire alla Boldrini: “Gli ungheresi hanno scelto liberamente il premier Viktor Orban. Boldrini non vuole consentire questo, 'colpirne uno per educarne cento' lo abbiamo già sentito e non era proprio democrazia…”, riferimento a uno slogan delle Brigate Rosse.