I risultati del “modello Firenze”

Le donne costrette a prostituirsi in alcune zone di Firenze si sono ridotte a circa la metà da quando, nel settembre scorso, è entrata in vigore l'ordinanza che ne punisce i clienti con carcere fino a tre mesi e sanzioni fino a 206euro.

I risultati spiegati da Nardella

Lo ha spiegato il sindaco del capoluogo toscano, Dario Nardella, in un incontro a Palazzo Vecchio sullo sfruttamento della prostituzione organizzato dalla Cisl a cui hanno preso parte anche Annamaria Furlan, segretario nazionale del sindacato, e don Aldo Buonaiuto, direttore di In Terris e membro della Comunità Giovanni XXIII.

Nardella ritiene “incoraggianti” i risultati dell'ordinanza, che hanno “praticamente dimezzato la presenza di prostitute in strada”. Per questo “insistiamo sul principio molto pragmatico che abbiamo introdotto e vogliamo dare un contributo contro un fenomeno gravissimo” quale è la tratta delle donne, gestita da “mafie internazionali”.

La misura del Comune di Firenze ha durata semestrale, pertanto il primo cittadino ha sottolineato che “questa non è una soluzione definitiva”, serve infatti “un provvedimento normativo nazionale”, che possa “colpire ancora di più”. Infine, continua Nardella, “resta l’attività della magistratura: la Procura di Firenze – ha spiegato – sta facendo “un lavoro straordinario nel contrasto alle criminalità organizzate che prosperano sulla tratta delle donne e della prostituzione”.

Furlan: “Firenze come esempio”

Plauso all'ordinanza di Firenze giunge dalla Furlan, la quale ha ricordato che la tratta della prostituzione “ha dimensioni incredibili e Firenze è una città simbolo, perché per primo il sindaco Nardella ha fatto un’ordinanza che penalizza e responsabilizza i cosiddetti clienti di queste donne”. Donne “spesso poco più che bambine, strappate al loro Paese, alla loro famiglia, che vengono prima violentate dai loro aguzzini poi buttate sulla strada”. Per questo “prendiamo Firenze come esempio per questa iniziativa molto importante”.

Da parte della segretaria nazionale Cisl l'impegno a sostenere l'attività di contrasto alla prostituzione di don Aldo Buonaiuto e la Comunità Giovanni XXIII, “a raccogliere migliaia di firme perché ci sia una legge contro la schiavitù della tratta e della prostituzione”. La campagna in questione è Questo è il mio corpo.

Don Buonaiuto: “L'insegnamento di don Benzi”

Don Buonaiuto ha portato la sua esperienza di “prete di strada”: “Chi ha subito una violenza, porta nel proprio corpo e nella propria psiche delle ferite che difficilmente si possono superare. Sono grato che la Cisl e la segretaria Furlan abbiano scelto il tema della violenza sulle donne, di parlare di quelle invisibili, perché sono le ultime, e sulle quali non c’è un grande interesse. Le vediamo lungo i marciapiedi della nostra Italia. Io le incontro da circa venti anni e vado di notte sulle strade anche con tanti giovani. Me lo insegnò don Oreste Benzi. Lui era un grande prete, perché faceva tutto proprio per gli ultimi, per i poveri, per le persone più emarginate”.

Il sacerdote ha rivolto il proprio apprezzamento al sindaco Nardella “per il coraggio di sostenere questa campagna contrastando i clienti della prostituzione”. Don Buonaiuto ha inoltre chiesto al primo cittadino di Firenze “di farsi promotore di un incontro tra noi e tutti i sindaci d'Italia perché questi possano conoscere tali drammi ascoltando la viva voce delle vittime“.