Don Buonaiuto: “Bisogna investire nelle strutture per le vittime”

Le istituzioni arrivano in ritardo e quando questo accade le debolezze delle vittime vengono esposte”. E’ questa la denuncia che il direttore di In Terris ha fatto questa mattina a “Storie Italiane”. Il programma di Rai 1 condotto da Eleonora Daniele, che ha dedicato l’intera puntata su tre fatti di cronaca.

La fuga dal terrazzo

Martedì, Giacomo Oldirati, un 40enne milanese con precedenti per atti di violenza, è stato arrestato con l’accusa di aver rapito e segregato la sua compagna per quattro giorni, che poi è riuscita a scappare buttandosi giù da un balcone. L’uomo è una vecchia conoscenza delle procure: nel 2012 era stato processato per gli stessi reati, ma assolto perché ritenuto incapace di intendere e di volere. Per Don Aldo Buonaiuto, sacerdote di frontiera della Comunità Papa Giovanni XXIII, “siamo davanti a delle inaudite debolezze sociali. Il fatto che le istituzioni arrivano sempre in ritardo anche davanti a una persona seriamente malata e in una situazione nota a tutti” si chiede il l’uomo di Fede. “Nell’antica Roma esisteva un magistrato che si occupava delle violenze sulle donne. Oggi bisogna fare di più. Brutalizzare una donna è un crimine contro la nostra civiltà. Dobbiamo passare dalle belle parole ai fatti”, ha concluso. La gravità del mancato controllo di persone che si sono macchiati di questo genere di crimini rischia anche di scoraggiare anche chi denuncia, come ha sottolineato Massimo Maffei.

L’aggressione al Policlinico

Don Aldo Buonaiuto è tornato anche sulla vicenda di domenica scorsa, che ha visto un cittadino straniero con disturbi mentali aggredire in maniera improvvisa e brutale un autista dell’ambulanza in servizio nell’ospedale dove l’uomo era stato portato dopo una precedente aggressione. Anche in questo caso l’autore della violenza è una persona squilibrata che aveva già dato prova della sua malattia. Il mondo giuridico italiana “non si rende conto dell’urgenza della misura restrittiva”, ha spiegato Vittoriana Abate inviata di Porta a Porta.  Secondo il Prete di strada però, oltre a rifiutare qualsiasi questione raziale serve un cambio: “Vogliamo dire che questo paese civile, e non del quarto mondo, si deve investire per intervenire su queste situazioni di marginalità? Onestamente, molto spesso i comuni vanno al risparmio sulle strutture e sugli assistenti sociali”, con un costo altissimo per le vittime. “Quante donne dovranno pagare ancora? Perché non si investe su strutture per le vittime?”.

Pamela

In studio è intervenuta anche Alessandra Verni, la mamma di Pamela Mastropietro, la ragazza uccisa e brutalizzata a Macerata nel gennaio 2019. Per il delitto è stato condannato in primo grado Innocent Oseghale, un cittadino straniero residente nel nostro pese. La madre di Pamela, accompagnata dall’avvocato ha voluto accedere un faro sui troppi misteri che ancora aleggiano intorno all’omicidio della figlia. “Come mai la procura non ha esplorato alcuni profili di indagine, come la comunità?”, si chiede la famiglia. Il sacerdote della “Papa Giovanni XXIII” ha rivolto un pensiero alla donna “che ha il coraggio di affrontare questo strazio e ha la forza di venire qua a chiedere giustizia. Una giustizia che non potrà arrivare mai. L’ergastolo, infatti, può essere solo un primo passo. In queste situazioni l’unico aiuto può arrivare dal dono della fede”. Poi il Sacerdote che da anni combatte contro la tratta delle schiave e conosce i rituali e i comportamenti che gli sfruttatori hanno con le vittime, ha spiegato come l’omicidio “non può essere un gesto di un singolo” e come probabilmente “c’entri la mafia nigeriana. Per capirlo, però, bisogna andare nei posti, scavare e approfondire. Spero che gli inquirenti approfondiscano questo aspetto”, ha concluso Don Aldo Buonaiuto.