Don Buonaiuto: “I clienti sono complici del racket”

Nella trasmissione di punta della mattinata di Raiuno, “Storie italiane”, si è parlato di prostituzione minorile maschile. Durante la puntata del programma condotto da Eleonora Daniele, sono andate in onda le testimonianze di giovani vittime di questo fenomeno. E' stato trasmesso un reportage del giornalista Vittorio Introcaso da Mondragone, in provincia di Caserta, che ha documentato come sia diffusa in quella zona la prostituzione di minorenni. Dalle testimonianze emerge come le vittime di questo mercato criminale siano per lo più di nazionalità bulgara, figli dei braccianti che lavorano nei campi, che nella sera vendono il proprio corpo tra le dune del Lungomare della città campana. 

Fermare la domanda per eliminare il fenomeno

Tra gli ospiti chiamati in studio a discutere di un problema che affligge migliaia di minorenni ancora oggi sul territorio nazionale, anche don Aldo Buonaiuto, sacerdote della Comunità Papa Giovanni XXIII – fondata da don Oreste Benzi – e direttore di In Terris. Il prete, impegnato in prima linea nella lotta contro ogni forma di sfruttamento sessuale commerciale, ha commentato: “Purtroppo questo fenomeno non avviene soltanto a Mondragone. Noi andiamo in tutte le strade d'Italia e troviamo tante situazioni analoghe dove molti vedono e fanno finta di non vedere, sanno e fanno finta di non sapere”. “Questa – ha detto don Buonaiuto – è un'ingiustizia insopportabile. Vanno fermate queste persone che pensano di poter acquistare il corpo di ragazzini che forse hanno l'età dei loro figli e li trattano come fossero merce”.  Il direttore di In Terris ha ribadito: “Questi clienti sono i complici del racket perchè è la domanda a provocare questo mercato infame”. Un elogio poi alla trasmissione di Raiuno che da tempo documenta questi fatti: “Continuate – ha esortato il sacerdote della Comunità Papa Giovanni XXIII – a mostrare questa piaga che distrugge la vita di tanti ragazzi”. Don Aldo ha poi indicato la via da perseguire per fermare il fenomeno: “Il modello migliore è quello nordico iniziato in Svezia e partito due anni fa anche in Francia e che punta a colpire la domanda altrimenti i clienti si befferanno sempre delle forze dell'ordine e delle leggi del nostro Stato”.  

La serietà degli esorcismi

La trasmissione è poi continuata affrontando il caso di un sacerdote che – al dire di alcuni media – si sarebbe presentato come esorcista pur non avendo ricevuto il mandato del vescovo. Don Buonaiuto, noto esorcista, ha ribadito come per esercitare il ministero dell’esorcistato sia necessario il mandato pubblico del vescovo. “Non ci può essere ambiguità – ha detto il direttore di In Terris – l'esorcismo è una preghiera, non una pratica comune e si fa con il rito approvato dalla Chiesa cattolica. Quello che si fa in modo diverso non è la preghiera di esorcismo. I sacerdoti devono essere molto precisi in questo campo particolare perchè con le sofferenze delle persone non si deve mai scherzare o essere superficiali “. La delicatezza di questi casi fa sì, ha spiegato don Buonaiuto, “che la Chiesa dia il mandato di esorcisti soltanto a quei sacerdoti che sono preparati e formati a trattare le attività straordinarie del maligno”.