Sanremo 70, (non) solo canzonette

L'idea di una manifestazione canora sulla canzone italiana, dopo alcune esperienze simili negli anni ’30 e ‘40, venne ad Angelo Nicola Amato, direttore delle manifestazioni e delle pubbliche relazioni del Casinò di Sanremo e ad Angelo Nizza, conduttore radiofonico, mentre Pier Bussetti insieme a Giulio Razzi, misero a punto il regolamento del concorso: era nato il Festival della Canzone Italiana di Sanremo. “Dal 1951 ad oggi il Festival di Sanremo è l'appuntamento fisso dell'inverno italiano, lo specchio pop che riflette la nostra società, la nostra cultura- sottolinea Lamialiguria.it-. Grazie alla sua forma, instabile ma flessibile, in continua trasformazione, ha saputo cambiare e adeguarsi alla società e ai tempi, senza rinunciare alle immancabili reazioni e polemiche, ma senza fossilizzarsi e morire.

Evoluzione

Da un salotto anni ’50 alla Tv connessa, dal bianco e nero al colore, dal Casinò all’Ariston: c’è tutta la storia del Festival e dei suoi cambiamenti che rispecchiano l’evoluzione dei costumi del Paese nella mostra “Sanremo 70” (a cura di Andrea Di Consoli e Dario Salvatori con la collaborazione di Barbara Francesconi, Sergio Gigliati, Laura Massacra) allestita, riferisce Adnkronos,da Rai Teche e Rai Direzione Creativa al Forte Santa Tecla di Sanremo dal 3 al 16 febbraio.

Aree cronologiche e aree tematiche

La mostra permette di ripercorrere (attraverso una narrazione che alterna aree cronologiche ad aree tematiche in cinque sale)  70 anni di canzoni, e non solo, con più di 300 elementi tra foto, abiti, oggetti e ricordi per rivivere le molte trasformazioni di un evento musicale, che da radiofonico è diventato uno dei momenti di maggiore successo nel mondo dello spettacolo italiano.

Visione digitale e mobile

La prima sala racconta il Festival dalla radio alla rete; dal semplice ascolto a una visione digitale e “mobile”. E’ l’introduzione al “cuore” della mostra: la seconda sala, con la storia dei 70 anni del Festival che, evidenzia Adnkronos, si snoda sulle pareti perimetrali secondo un percorso temporale con diverse varie tappe dedicate ai momenti clou del Festival: “Gli anni della radio” (1951-1954), “Urlatori e cantautori” (1960-1963), “Gli stranieri in gara” (1964-1970), fino ad arrivare a “Lo spettacolo della televisione” (1988-2019).

Questione di look 

Il “look” di Sanremo è protagonista della terza sala con i vestiti indossati sul palco da artisti come Gigliola Cinquetti, Mia Martini, Iva Zanicchi e Dalida. Di quest’ultima, in particolare, è esposto il celebre abito rosso mai indossato durante la triste edizione del 1967, quando Luigi Tenco si tolse la vita. Si passa poi a una sala visione in cui rivivere i momenti salienti dei 70 anni del Festival, attraverso materiali d’archivio e montaggi creativi. In chiusura, lo spazio degli oggetti e dei ricordi, con alcuni “reperti” della storia del Festival che appartengono alla grande storia della Rai e, in molti casi, alla memoria collettiva.