Udienza, Papa: “Il malessere c’era, la pandemia l’ha accentuato”

Al termine dell’udienza, il Papa si è soffermato sul tema delle disuguaglianze sociali spiegando, a braccio, “il teorema del bicchiere”

Il Papa è arrivato al Cortile di San Damaso poco dopo le 9 di questa mattina per la consueta udienza del mercoledì. Nel piazzale, nel rispetto delle norme di sicurezza e di distanziamento sociale, lo hanno accolto circa 500 fedeli.

I saluti alla gente

Nel percorso a piedi lungo le transenne, che come di consueto precede la catechesi, il Papa ha benedetto rosari, libri, oggetti e immagini, firmandone qualcuna. Si è soffermato a parlare con un gruppo di ragazzi americani, riconoscibili dalla grande bandiera a stelle e strisce adagiata sulla transenna, a poche ore dal primo dibattito presidenziale, particolarmente rovente, avvenuto nella notte tra Trump e Biden.

“Oggi è il compleanno di mia madre, può fargli gli auguri?” gli ha chiesto una donna. Non è mancato lo scambio dello zucchetto e l’incontro, sempre a debita distanza, con alcune giovani famiglie con bambini, ai quali Francesco si è rivolto per dire qualche parola. Infine, mentre si dirigeva sul palco, ha benedetto delle foto mostrategli dai fedeli sui propri cellulari.

Le parole del Papa

“Riconoscere Cristo presente nei nostri fratelli e sorelle poveri e sofferenti, a incontrarli e ascoltare il loro grido e il grido della terra che se ne fa eco”. È l’incipit dell’appello del Papa all’udienza di oggi: “Interiormente mobilitati da queste grida che reclamano da noi un’altra rotta, potremo contribuire al risanamento delle relazioni con i nostri doni e le nostre capacità”.

“Nelle scorse settimane, abbiamo riflettuto insieme, alla luce del Vangelo, su come guarire il mondo che soffre per un malessere che la pandemia ha evidenziato e accentuato”, il riassunto del Papa delle catechesi dedicate alla guarigione dalle “malattie sociali”.

Malessere sociale

Il malessere c’era, la pandemia l’ha evidenziato di più, l’ha accentuato”, ha aggiunto a braccio. “Abbiamo percorso le vie della dignità, della solidarietà e della sussidiarietà, vie indispensabili per promuovere la dignità umana e il bene comune. Come discepoli di Gesù, ci siamo proposti di seguire i suoi passi optando per i poveri, ripensando l’uso dei beni e prendendoci cura della casa comune”.

“Nel mezzo della pandemia che ci affligge, ci siamo ancorati ai principi della dottrina sociale della Chiesa, lasciandoci guidare dalla fede, dalla speranza e dalla carità”, ha sottolineato Francesco: “Qui abbiamo trovato un solido aiuto per essere operatori di trasformazione che sognano in grande, non si fermano alle meschinità che dividono e feriscono, ma incoraggiano a generare un mondo nuovo e migliore”.

Tenerezza

“Vorrei che questo cammino non finisca con queste mie catechesi, ma che si possa continuare a camminare insieme, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, che salva e guarisce il mondo”, ha auspicato il Papa. “Gesù ha guarito i malati di ogni tipo, ha dato la vista ai ciechi, la parola ai muti, l’udito ai sordi. E quando guariva le malattie e le infermità fisiche, guariva anche lo spirito perdonando i peccati – perché Gesù sempre perdona – così come i ‘dolori sociali’ includendo gli emarginati”.

“Gesù, che rinnova e riconcilia ogni creatura, ci regala i doni necessari per amare e guarire come Lui sapeva fare, per prendersi cura di tutti senza distinzioni di razza, lingua o nazione”, ha spiegato Francesco.

“Affinché questo accada realmente – dice il Papa ripreso dal Sir – abbiamo bisogno di contemplare e apprezzare la bellezza di ogni essere umano e di ogni creatura. Siamo stati concepiti nel cuore di Dio. Ciascuno di noi è il frutto di un pensiero di Dio. Ciascuno di noi è voluto, ciascuno di noi è amato, ciascuno è necessario”.

“Inoltre, ogni creatura ha qualcosa da dirci del Dio creatore. Riconoscere tale verità e ringraziare per gli intimi legami della nostra comunione universale con tutte le persone e con tutte le creature, attiva una cura generosa e piena di tenerezza“.

Coronavirus

“Un piccolo virus continua a causare ferite profonde e smaschera le nostre vulnerabilità fisiche, sociali e spirituali”, ha aggiunto il Papa, sofffermandosi sul Covid-19.

“Il coronavirus ha messo a nudo la grande disuguaglianza che regna del mondo: disuguaglianza di opportunità, di beni, di accesso alla sanità, alla tecnologia, all’educazione – milioni di bambini non possono andare a scuola – e così via”.

“Queste ingiustizie non sono naturali né inevitabili”, ha tuonato Francesco: “Sono opera dell’uomo, provengono da un modello di crescita sganciato dai valori più profondi. Lo spreco del pasto che avanza, con quello spreco si può dar da mangiare a tutti. E ciò ha fatto perdere la speranza a molti ed ha aumentato l’incertezza e l’angoscia”.

“Per uscire dalla pandemia, dobbiamo trovare la cura non solamente per il Coronavirus, che è importante, ma anche per i grandi virus umani e socioeconomici”, ha ribadito il Papa: “Non nasconderli, non fare una pennellata di vernice perché non si veda”, ha aggiunto a braccio.

Il teorema del Banchiere

“Certo non possiamo aspettarci che il modello economico che è alla base di uno sviluppo iniquo e insostenibile risolva i nostri problemi. Non l’ha fatto e non lo farà, perché non può farlo, anche se certi falsi profeti continuano a promettere ‘l’effetto a cascata’ che non arriva mai”.

Al termine dell’udienza di oggi, il Papa si è soffermato sul tema delle disuguaglianze e delle ingiustizie sociali spiegando, a braccio, quello che ha definito “il teorema del bicchiere”, che ha formulato così: “L’importante è che il bicchiere si riempia, e così poi cade sui poveri, sugli altri, che ricevono ricchezze”.

“Ma c’è un fenomeno”, ha puntualizzato ancora fuori testo per contestare tale teorema: “Il bicchiere comincia a riempirsi e quando è quasi pieno cresce, cresce e cresce, e mai la cascata”.

“Dobbiamo metterci a lavorare con urgenza per generare buone politiche, disegnare sistemi di organizzazione sociale in cui si premi la partecipazione, la cura e la generosità, piuttosto che l’indifferenza, lo sfruttamento e gli interessi particolari”, l’appello del Papa: “Dobbiamo andare avanti con tenerezza”, ha aggiunto a braccio.

“Una società solidale ed equa è una società più sana. Una società partecipativa – dove gli ‘ultimi’ sono tenuti in considerazione come i ‘primi’ – rafforza la comunione”, ha assicurato Francesco: “Una società dove si rispetta la diversità è molto più resistente a qualsiasi tipo di virus”.

La preghiera

Dio ci conceda di ‘viralizzare’ l’amore e globalizzare la speranza alla luce della fede”, l’augurio finale. Il Regno di Dio, ha concluso il Papa, è “un Regno di luce in mezzo all’oscurità, di giustizia in mezzo a tanti oltraggi, di gioia in mezzo a tanti dolori”.