Tre detenuti morti nel carcere di Modena

Non sarebbero riconducibili alla rivolta. Trasferiti 70/80 detenuti in altre carceri. A Pavia liberati gli agenti presi in ostaggio dai detenuti

La rivolta al carcere di Modena (immagine di repertorio)

Sono tre i detenuti deceduti nel carcere di Modena: lo si apprende da fonti dell’amministrazione penitenziaria, secondo cui allo stato non è risultato alcun segno di lesione sui corpi. Due decessi, infatti, sarebbero riconducibili all’uso di stupefacenti, mentre il terzo detenuto è stato rinvenuto in uno stato cianotico di cui non si conoscono le cause. Nello specifico, per quanto riguarda le cause dei primi due decessi, le verifiche sono in fase preliminare ed avrebbero evidenziato che uno dei due è morto per abuso di sostanze oppioidi, l’altro di benzodiazepine. Le tre morti non sarebbero dunque direttamente riconducibili alla rivolta nel carcere scoppiata ieri, precisano le fonti, anche se gli accertamenti sono appena cominciati e tuttora in corso. Altri due carcerati si trovano in rianimazione: sono in corso indagini sull’accaduto, mentre si registrano ancora forti tensioni all’interno del penitenziario, dove gli agenti stanno cercando di rientrare forzando le sbarre. “Devastato anche il carcere di Modena dopo quello di Salerno e di Poggioreale, trasferiti 70/80 detenuti in altre carceri”, dichiarano Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe e Francesco Campobasso, segretario nazionale, su Agi. “Si tratta solo di quei detenuti – spiega Durante- che erano riusciti a raggiungere il cortile, per tentare di evadere. Al momento, ci riferiscono i colleghi, gli altri detenuti si trovano all’interno del carcere, dove sono barricati e probabilmente in possesso di armi improprie. Si sta valutando come e quando intervenire per ripristinare la legalità, all’interno di un carcere che, da quanto ci viene riferito, è ormai completamente distrutto”. “Sembra sia stato addirittura incendiato anche l’ufficio matricola, dove sono custoditi i fascicoli dei detenuti” spiega ancora Durate. Una protesta, quella di questi giorni, che testimonia la situazione di grave insicurezza delle carceri. “Da tempo stiamo dicendo che nelle carceri non c’è più sicurezza – conclude il segretario del Sappe – un solo agente deve gestire 70-80 detenuti e non si riesce più a garantire l’ordine. Una situazione rispetto alla quale dovrebbero assumersi la responsabilità morale alcuni politici e amministratori che hanno governato il sistema penitenziario negli ultimi anni. Riteniamo anche assolutamente inopportuna la richiesta di indulto e amnistia fatte in questi giorni da alcune associazioni – conclude Durante – in piena emergenza coronavirus”.

Le proteste

Le proteste sono scoppiate in varie carceri italiane dopo l’annuncio delle limitazioni ai colloqui tra carcerati e familiari per via del coronavirus. “A seguito delle modifiche introdotte dal governo – spiega l’Organizzazione sindacale autonoma Polizia penitenziaria (Osapp) – rispetto alle modalità di colloquio nelle carceri tra detenuti e familiari a causa dell’infezione da coronavirus, sono in corso proteste dei detenuti negli istituti penitenziari di Napoli Poggioreale, Modena, Frosinone, Alessandria San Michele; battiture delle inferriate sono inoltre in atto da parte dei detenuti di Foggia e Vercelli. Mentre questa mattina un centinaio di persone hanno richiesto di effettuare i colloqui presso la Casa Circondariale di Napoli Secondigliano stazionando per alcune ore”.

Agenti liberati a Pavia

Ieri i detenuti nella casa circondariale di Pavia Torre del Gallo hanno preso in ostaggio due agenti di polizia penitenziaria. I due sono poi stati liberati. La rivolta è iniziata verso le 19.30-20 ed è nata, come a Modena, per il divieto delle visite dei parenti a causa delle norme di contenimento del coronavirus. La situazione è degenerat quando alcuni detenuti, dopo avere inscenato la protesta, hanno rubato le chiavi delle celle agli agenti e hanno liberato decine di carcerati. A dare la notizia sono stati i sindacati Uilpa e Sappe, parlando di “devastazione” e di gravi disordini all’interno della struttura. I due agenti di polizia penitenziaria presi in ostaggio, che secondo alcune fonti sarebbero anche stati picchiati, sono stati liberati poco dopo le 23: secondo alcune testimonianze, uno sarebbe stato liberato dai detenuti, l’altro a seguito di un intervento della polizia penitenziaria. Uno dei due agenti presi in ostaggi e poi liberati sarebbe proprio il comandante della polizia penitenziaria del carcere di Torre del Gallo.