I ristori non bastano: il governo valuta un nuovo deficit nel 2020

Verso nuovo decreto per gli aiuti. La Pubblica amministrazione sciopera a dicembre, è scontro

Pandemia
GIUSEPPE CONTE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI ROBERTO GUALTIERI MINISTRO ECONOMIA

L’annuncio dei vaccini fa scorgere una luce in fondo al tunnel al ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. Il ministro confida anche nella spinta in arrivo dall’ennesimo carico di provvedimenti: la manovra da 38 miliardi, i decreti Ristori uno e bis per un totale di 7,5 miliardi. Senza considerare il prossimo scostamento, che dovrebbe essere da 20 miliardi. Quei “nuovi” 20 miliardi, così come riportato dall’Ansa, dovrebbero servire per interventi da mettere in campo nel 2021. Ma la cifra fa gola subito. Perché potrebbe servire, anche adesso, a rendere più efficaci i Ristori uno e bis, e magari a finanziare un ter a breve. Per questo già si parla di un possibile, ulteriore, scostamento, magari a una cifra. Il nuovo deficit deve essere approvato in Parlamento con maggioranza assoluta.

Confindustria e sindacati non sono indulgenti col governo

“Le risorse stanziate non sono sufficienti a evitare chiusure e fallimenti a catena”, ha detto il numero uno degli industriali, Carlo Bonomi. E anche la sua controparte, i sindacati Cgil, Cisl e Uil hanno da ridire: “le risorse previste per una giusta riforma fiscale appaiono non sufficienti”. Mentre il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, avverte: “Le autorità fiscali e monetarie dovrebbero continuare a fornire sostegno. Ritirare il sostegno troppo presto o un mancato intervento tempestivo potrebbero frammentare la ripresa”. Che il dialogo fra governo e sindacati non fili liscio lo dimostra lo sciopero della pubblica amministrazione proclamato per il 9 dicembre, per protestare contro la “mancanza delle necessarie risorse per lavorare in sicurezza, per avviare la stabilizzazione del precariato”. La ministra della pubblica amministrazione, Fabiana Dadone, accusa: “Qualcuno pensa di bloccare l’Italia e mettere a rischio la già fragile tenuta sociale”.

Camera e Senato devono dividersi i compiti

Malgrado sia passato un giorno dal varo definitivo in consiglio dei ministri, Montecitorio attende ancora l’arrivo del Bilancio. L’iter parlamentare è comunque già scandito: comincerà lunedì, con le audizioni di Gualtieri, dei sindacati e delle associazioni di categoria, compresa Confindustria. Mentre martedì toccherà a Bankitalia e Corte dei Conti.