Proteste morte George Floyd, uno studio di Seattle lancia l’allarme: le possibili conseguenze

A spiegare la potenziale possibilità di un picco di contagi è il virologo statunitense Trevor Bedford

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Non accennano a placarsi le proteste contro i metodi brutali usati dalla polizia negli Stati Uniti. Ad accedere gli animi, la morte di George Floyd, l’afroamericano morto soffocato durante il suo arresto a Minneapolis. Decine di migliaia di persone sono scese in strada al grido di “Black Lives Matter“, ma ai tempi del coronavirus potrebbe essere disastroso dal punto di vista della salute collettiva.

Il tweet del virologo dopo le proteste

Se durante le proteste si possa verificare il moltiplicarsi dei contagi, è una domanda che è nata in seguito al tweet del virologo statunitense Trevor Bedford della Fred Hutchinson Cancer Research Institute di Seattle secondo cui ogni giornata di protesta può tradursi potenzialmente in 3.000 nuovi casi e fra 50 e 500 morti. “E se si hanno 3000 nuovi casi al giorno, ci si può aspettare che queste infezioni portino a in definitiva a 54mila contagi”, sostiene il virologo. I calcoli di Bedford partono da un caso tedesco: a Gangelt, in Germania si è trovato un aumento di 2,5 volte il tasso di infezione tra quanti avevano partecipano alle celebrazioni del carnevale. Un punto di partenza per quella che chiaramente è soltanto una stima, visto che lo stesso studioso sottolinea il livello di approssimazione di tali calcoli, a partire dal fatto che non si ha una cifra esatta di quante persone partecipano alle proteste ogni giorno. Il virologo però ritiene che sia importante fornire strumenti basati su principi epidemiologici per controbilanciare le ipotesi avanzate dagli osservatori politici.

Il dibattito

L’intervento di Bedford ha acceso il dibattito, partito da twitter (e rilevato anche dal New York Times) in cui emerge anche il timore che le considerazioni scientifiche del virologo possano dare man forte a chi ha come obiettivo quello di depotenziare la protesta. Una diversa prospettiva la avanza Marc Lipsitch, epidemiologo ad Harvard, che da una parte riconosce e apprezza il lavoro di Bedford che lui stesso presenta come un’approssimazione, ma nota anche come il ruolo degli Stati e dei responsabili locali sia fondamentale, sostenendo che se si è in grado di individuare i nuovi casi attraverso test e tracciamento il numero di vite salvate sminuirebbe enormemente gli effetti delle proteste” e quindi arginerebbe i temuti contagi.