“Ponente Forever”: 46 provvedimenti restrittivi tra Italia e Francia per droga

I carabinieri del Ros di Genova hanno effettuato decine di arresti nell'ambito di una operazione denominata Ponente Forever

© Arma dei Carabinieri

Colpo alla ‘Ndrangheta e alla malavita ponentina. I carabinieri del Ros di Genova insieme alla Gendarmeria francese hanno effettuato stamattina decine di arresti nell’ambito di una operazione denominata Ponente Forever.

Le ipotesi accusatorie sono: traffico internazionale di stupefacenti e armi, riciclaggio e favoreggiamento della latitanza di un appartenente alla ‘Ndrangheta. Sono in corso perquisizioni e sequestri di beni.

Operazione Ponente Forever

E’ di quasi un milione di euro in immobili sequestrati e 46 provvedimenti restrittivi il bilancio dell’operazione internazionale “Ponente forever” che ha visto collaborare i carabinieri e la gendarmeria francese. Le zone d’azione sono state la provincia di Imperia, Marsiglia e la capitale transalpina Parigi. Lo scrive Riviera24.it in seguito alla conferenza stampa tenuta in mattinata.

Nell’imperiese sono finite in manette 13 persone, accusate a vario titolo di reati riguardanti armi, droga, documenti e favoreggiamento della latitanza. Il tutto in odore di ‘ndrangheta. Tutti gli arrestati sono del Ponente ligure e, nel complesso, in Italia sono stati sequestrati beni per 300.000 euro.

Francia

Più massiccio l’intervento dei cugini d’oltralpe, che probabilmente avevano a che fare con un’organizzazione più strutturata, operante tra Francia e Portogallo, attiva nel traffico internazionale di armi e stupefacenti, nel riciclaggio e nelle rapine. Dei suoi presunti affiliati, 33 sono finiti nei guai con la legge e a loro, nel complesso, sono stati sequestrati 600.000 euro di immobili.

Carmelo Sgro

Tra gli italiani che spiccano nell’inchiesta, compare Carmelo Sgro, che pur a soli 38anni è già una vecchia conoscenza della giustizia ponentina. Vanterebbe, secondo gli inquirenti, legami di parentela con la cosca calabrese dei Gallico, nella zona di Palmi, nonché con un narcotrafficante francese in rapporti con un altro sodalizio della regione meridionale: i Magnoli di Gioia Tauro da anni insediati in Costa Azzurra.

Con i primi, tra le altre cose, Sgro avrebbe collaborato per recuperare 13 chili di cocaina. Il Ros (reparto operativo speciale) dell’Arma, sin dal 2018, ha documentato tra Sgrò e il “cugino d’oltralpe” anche cessioni di hashish, marijuana ed armi.