Tra voto e nuovo governo: il dibattito in Senato

Il mantra non è sempre lo stesso: c'è chi auspica il voto immediato e chi la formazione di un governo istituzionale. Il nocciolo della questione però, Cinque stelli esclusi, è sempre la critica nei confronti del presidente del Consiglio, reduce da un discorso in cui annunciava le proprie dimissioni, bacchettava il suo ministro dell'Interno e, soprattutto, chiudeva un'esperienza di governo giudicata fallimentare da tutta l'opposizione. Apre il dibattito Salvini, lo prosegue Matteo Renzi, che mette nel mirino l'azione dell'esecutivo con particolare tendenza al vicepremier leghista: l'affondo più importante l'ex premier lo fa sul decreto Sicurezza, definito “una ferita per il Paese” e sul clima che, a suo dire, si è creato in Itaila, citando alcuni episodi di razzismo che “c'erano nell'Alabama degli anni 50, non possono esserci nell'Italia del 2020”. E ancora: “Un nuovo governo non è un colpo di Stato, un voto in autunno è un colpo di sole… Lei oggi presidente del consiglio si dimette ed il governo che lei ha definito populista ha fallito e tutta l'Ue ci dice che l'esperimento populista funziona in campagna elettorale ma meno bene quando si tratta di governare”. C'è un motivo, secondo Renzi, per cui non si è mai votato in autunno e “chi conosce il diritto costituzionale lo sa”. E chiarisce: “C'è da evitare l'aumento dell'Iva e serve un governo non perchè noi ci vogliamo tornare ma perchè l'aumento dell'Iva porta crisi dei consumi non è un colpo di Stato cambiare il governo ma un colpo di sole aprire la crisi ora ora, questo è il Parlamento non il Papeete”.

Il commento dei leader

Duro anche l'affondo di Emma Bonino, leader di +Europa: “Le dissociazioni postume di un ministro di cui si è coperto fino ieri ogni scelta, atto, decreto e comportamento mi sembrano troppo poco. Nella mia esperienza parlamentare difficilmente ho assisto ad un governo di cui io mi sia sentita così estranea. Le due forze che hanno sostenuto il governo hanno agito identicamente e per questo le dico che le dissociazioni postume non sono convincenti e per quello che posso contare penso che tutti dobbiamo batterci contro le politiche che avete perseguito fino a qui, dopo 14 mesi non abbiamo un paese più ricco, giusto o dinamico ma un paese incattivito e frustrato”. E va duro anche sui pentastellati: “Un nuovo esecutivo basato sulla retorica anti parlamentare non è accettabile e nemmeno un governo che volesse attuare la parte 'gialla' del programma come se depurato dalla lega fosse condivisibile da chi non lo ha mai fatto”. Forza Italia e Fratelli d'Italia, attarverso le voci dei capigruppo Anna Maria Bernini e Ignazio La Russa, premono per il voto immediato: per la senatrice azzurra “l'unico antidoto al precipitare dalla crisi è la stabilità politica, che viene solo da nuove elezioni” e, rivolgendosi a Conte, afferma che “lei si stava rivolgendo a una parte dell'emiciclo, lei pensa a un Conte bis di sinistra-sinistra, un Conte bis che lei sta cercando in questa Aula, nonostante il volere degli italiani. Lei vuol passare dal partner verde a quello rosso. Lei vuol rimanere lì dov'è, e ammanta tutto questo con l'interesse del Paese”.

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