Tensioni nella maggioranza

Cresce la tensione nella maggioranza, il nodo principale è certamente la riforma del fondo salva Stati. Il presidente del Consiglio Conte è a Londra per il vertice Nato, oggi incontrerà il presidente Usa Trump per affrontare il tema dei dazi; ma anche a distanza interviene sul Mes: nessuna contrapposizione con Di Maio – chiarisce Conte – nella maggioranza sensibilità diverse, ma ultima parola spetta al Parlamento.

Cinque stelle rafforzati

Il capo politico dei Cinque Stelle, Di Maio rafforza l’asse con Di Battista e fa notare come il movimento sia l’ago della bilancia in questa vicenda. Poi però stempera e dice in un’intervista radiofonica che non c’è nessuna crisi, ma solo un rinvio per migliorare il Mes. Non si fa attendere la replica del Partito Democratico: la linea è stata decisa insieme, per noi l’ago della bilancia sono gli interessi degli italiani. Delrio in un’intervista a Repubblica questa mattina ribadisce: ricattare gli avversari non può essere un metodo. Il Pd non teme le elezioni.

Centro-destra in allerta

Opposizione all’attacco sul Mes: il leader della Lega, Salvini, tiene il punto e ribadisce di non aver mai visto il testo delle modifiche. Per Forza Italia chiedere modifiche non è un'eresia antieuropea e Fratelli d’Italia promette di fare di tutto per impedire che gli italiani diventino il bancomat d'Europa.

Il dibattito sulla manovra e la riforma della giustizia

Ieri Di Maio ha annunciato l'accordo per eliminare la multa ai commercianti senza pos. Sulla riforma della giustizia, il punto più delicato è la prescrizione: la camera ha bocciato la richiesta di Forza Italia di esame urgente della legge. La maggioranza vota contro, ad esclusione di Italia Viva che si astiene. Il segretario del Pd Zingaretti chiede certezze sulla durata dei processi: o si trova una quadra in tempi brevi – avverte – o presenteremo una nostra proposta.