Governo ad alta tensione, opposizione all'attacco

La tensione politica sale, anche in vista delle elezioni regionali in Emilia Romagna e Calabria. Ieri, in serata, scoppia la polemica: Pd e Italia Viva attaccano la Rai dopo la messa in onda di uno spot di Porta a Porta nell'intervallo della partita Juventus-Roma di Coppa Italia con un'anticipazione dell'intervista a Matteo Salvini. A tarda sera Bruno Vespa ammette una “svista” nel concedere a Salvini più spazio e promette che proporrà alla rete “di riequilibrare le posizioni“.

Di Maio lascia: il nemico è dentro di noi

Ma la giornata di ieri è stata però contrassegnata dalle dimissioni di Luigi Di Maio da capo politico del Movimento Cinque Stelle. I Pentastellati chiariscono subito: continueremo ad andare avanti e a fare leggi per i cittadini, per il governo non succede nulla. “Prendo atto con rammarico della scelta di Di Maio, ma la rispetto. Bisogna riconoscergli molti risultati”, commenta il premier Conte che, diversamente da quanto programmato, non parteciperà oggi al Forum economico mondiale in Svizzera. Lo si apprende dall'organizzazione del World Economic Forum.  Secondo fonti di governo si conferma che il presidente non sarà a Davos per altri urgenti impegni di governo che lo trattengono a Roma. Il segretario del Pd Zingaretti rassicura anche lui sulla tenuta della maggioranza: non ci saranno effetti sul governo e poi aggiunge: “mi dispiace anche perchè si è avviato un percorso politico e per i Cinque Stelle è tempo di scelte”. L'auspicio di Zingaretti è che dalla svolta nasca un nuovo centrosinistra unito da una visione comune per il paese.

L’opposizione

Per Salvini “Di Maio abbandona la guida del movimento al tracollo. Ma il vero responsabile – accusa – è Grillo che ha abbracciato il Pd, partito dei banchieri e dei poteri forti”. Il governo secondo il leader leghista è finito. Dura anche Forza Italia con Berlusconi che attacca Di Maio: “Si è dimesso per non assumersi la responsabilità della sconfitta alle regionali. Ma il loro fallimento è dovuto all'incapacità di governare“.