Migranti, la Turchia regola i conti con l’Ue

La situazione ai confini è al limite. Il premier turco chiede più collaborazione. Insieme a un nuovo accordo.

Il presidente del Consiglio dell'UE Charles Michel (al centro) e il presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen accolgono il presidente turco Erdogan (a sinistra) prima della discussione sulla questione dei rifugiati - Foto © John Thys per AFP

Disgelo tra Turchia ed Europa dopo le denunce nel Paese dell’emergenza umanitaria che sta interessando il confine con la Siria. Dopo giorni di contestazione ad Ankara dell’apertura delle porte ai migranti, l’Unione Europea ha avviato delle prove dialogo con la Turchia di Recep Tayyp Erdogan. A Bruxelles, il leader turco ha incontrato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. Entrambi i rappresentanti avevano visto con mano la situazione ai confini con la Grecia ed avevano cercato di trovare una soluzione con la Turchia.

Nuovo accordo

Per il premier Erdogan, l’accordo sui migranti siglato quattro anni fa non basta. All’Europa, la Turchia chiede un nuovo negoziato, in primis un’accelerazione nel trasferimento dei sei miliardi di euro di aiuti per accogliere i 3,6 milioni di rifiugiati siriani in Turchia. Ma ad Ankara non basta: è necessario per il Paese avere una “zona cuscinetto” che possa contribuire a frenare l’ondata di profughi provenienti dalla Siria. Nell’area, al confine con la provincia di Idlib, la situazione è divenuta insostenibile. Sono almeno 3,6 milioni i rifugiati che premono al confine, mentre i campi di accoglienza sono affollatissimi e i più fragili rischiano di morire per la fame e il freddo.

Il posto di blocco della polizia lungo una strada percorsa dai migranti fuori dal campo profughi di Moria, sull’isola di Lesbo, nel Mar Egeo – Foto © Alexandros Michalidis per AP

Il sostegno della Nato

Anche la Nato ha ribadito il suo sostegno ad Ankara attraverso una serie di misure, inclusi i sistemi missilistici difensivi, che contribuiscano a proteggere il Paese della minacce. “La Turchia un alleato importante e apprezzato, che contribuisce in molti modi alla nostra sicurezza condivisa” ha dichiarato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, dopo il suo incontro con il presidente turco: “Il cessate il fuoco a Idlib è in atto e negli ultimi giorni abbiamo assistito a una riduzione della violenza. È importante basarsi su questo per garantire la protezione dei civili e garantire l’accesso agli aiuti umanitari” ha poi ribadito. L’Alleanza ha stanziato oltre 5 miliardi di dollari per le strutture militari in Turchia, incluse le infrastrutture con basi navali e siti radar.

Siria e Russia sotto i riflettori

È forte la denuncia internazionale verso la situazione in Siria e gli attacchi aerei condotti dal premier Assad e da Mosca. Stoltenberg ha, infatti, ricordato che sono questi raid ad aver aumentato l’esodo dei profughi verso il confine turco, che a oggi ospita almeno 4 milioni di rifugiati. “La questione della migrazione e dei flussi di rifugiati è una sfida comune che richiede soluzioni comuni. Quindi accolgo con favore il dialogo tra la Turchia e l’Unione europea e confido che si possa trovare una via d’uscita”, ha ribadito Stoltenberg. Dal punto di vista internazionale, c’è grande attenzione al confine.