Mattarella: “Siani esempio del miglior giornalismo. Le mafie saranno sconfitte”

Mattarella ricorda il giornalista del Mattino, Giancarlo Siani, a 35 anni dalla sua uccisione per mano di camorra

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Sergio Mattarella, Giancarlo Siani

A 35 anni dalla sua uccisione per mano di camorra, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricorda il giornalista del Mattino, Giancarlo Siani. Nato a Napoli nel 1959, lo scorso 19 settembre avrebbe compiuto 61 anni.

Mattarella omaggia Siani

“Sono trascorsi trentacinque anni dal feroce assassinio di Giancarlo Siani, giovane cronista de Il Mattino di Napoli, autore di coraggiosi articoli sulle attività criminali dei clan della camorra e sui loro conflitti interni. Giancarlo Siani fu ucciso proprio per il lavoro svolto, per l’onestà e l’intelligenza con cui onorava il diritto alla libera informazione, raccontando i delitti della malavita e le trame di chi ne tirava le fila”.

Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio al Presidente della Fondazione Giancarlo Siani Onlus, Gianmario Siani.

“Le organizzazioni camorristiche – sostiene Mattarella – non tollerarono che fosse svelato ciò che volevano restasse occulto: dagli affari illeciti alle complicità, alla violenza, che lasciava scie di morte: comprimevano libertà e opportunità in ogni campo della vita economica e sociale”.

“In questo giorno di memoria per Napoli e per l’intera comunità civile, desidero esprimere a Lei un sentimento di solidarietà e gratitudine per l’impegno civile che negli anni è stato promosso, a partire dal dolore di una ferita purtroppo insanabile”.

“Giancarlo Siani è stato testimone del miglior giornalismo: sarà sempre un esempio di coraggio e di professionalità per chi ha lavorato con lui e per chi intraprende, con idealità e passione, la strada del giornalismo. Il sacrifico di Giancarlo Siani resterà nella coscienza di tante persone oneste che si battono per contrastare l’illegalità e le mafie con gli strumenti della civiltà, della cultura, con il rispetto della verità e delle regole”.

“Le condanne inferte ai killer e ai mandanti di Siani, al termine del percorso processuale, sono una prova ulteriore che le mafie possono essere sconfitte e che verranno certamente sconfitte”.

L’omicidio Siani

Siani aveva iniziato a scrivere sulla rivista Osservatorio sulla camorra e, successivamente, per Il Mattino, il principale quotidiano di Napoli. Fu assegnato alla redazione di zona di Castellammare di Stabia. Scrisse articoli sui legami tra criminalità organizzata, politici e corruzione sugli appalti.

Venne ucciso a Napoli il 23 settembre 1985 mentre tornava nel suo appartamento da una squadra di almeno 2 uomini che si sono avvicinati da dietro e gli hanno sparato 10 volte alla testa.

All’epoca Siani stava conducendo un’indagine su Valentino Gionta, capo del clan Gionta che aveva sede a Torre Annunziata e controllava il contrabbando di sigarette.

Nel 2000 Angelo Nuvoletta, Valentino Gionta e Luigi Baccante vennero condannati in contumacia all’ergastolo come mandanti dell’omicidio del giornalista. Stessa condanna per gli esecutori materiali, Gaetano Iacolare, Ferdinando Cataldo, Armando Del Core e Ciro Cappuccio.